Eventi
alle ore 21:30
Ensemble di flauti
La libreria propone Per zaino un violoncello, di Mario Brunello, Cda Vivalda.
Il Conservatorio Statale di Musica «A. Steffani» di Castelfranco Veneto, nato nel 1969 come sezione staccata del Conservatorio «B. Marcello» di Venezia, è diventato autonomo nel 1980. Fin dall’inizio l’Istituto ha risposto alle esigenze di un bacino d’utenza dislocato territorialmente al di fuori dei principali circuiti della formazione musicale. Pertanto la funzione dell’Istituto si è progressivamente delineata nel rapporto con il proprio territorio di riferimento. La sua sede storica è situata nel cuore dell’antica cittadella medievale, dove trova spazio un ampio e suggestivo giardino dominato da «Villa Barbarella», che da sempre ospita il reparto direttivo-amministrativo dell’Istituto e alcune aule di studio. Già da qualche anno il Conservatorio ha trovato, fuori le mura, un’altra caratteristica sede, presso le sale dell’antico Convento al Chiostro dei Serviti, per far fronte alla continua richiesta di nuovi locali, determinata dall’incremento della popolazione studentesca, che attualmente si attesta intorno alle cinquecento unità, considerando sia gli allievi dei corsi ordinamentali, sia quelli dei nuovi corsi sperimentali di primo e secondo livello. Per loro vi sono a disposizione circa una cinquantina di aule, tra cui un laboratorio per la musica elettronica, un’aula-auditorium da 70 posti, la biblioteca con aula ascolto annessa, le sale per i docenti e gli studenti con computer e postazione internet e, soprattutto, la possibilità di svolgere le lezioni di Esercitazioni orchestrali e di Arte scenica, nonché tutte le esibizioni concertistiche di rilievo e i saggi finali, in un ambiente particolarmente suggestivo e acusticamente d’eccellenza qual è il Teatro Accademico cittadino. Lo «Steffani» si è sempre distinto, in questi 35 anni di vita, per essere un Conservatorio giovane, cioè animato da un corpo docente professionalmente giovane ma altamente qualificato, spinto da quell’entusiasmo di mettersi con dedizione al servizio degli studenti, che va al di là del proprio compito istituzionale. Ora l’offerta formativa è distribuita su un’amplissima gamma di discipline strumentali – comprendente anche strumenti meno diffusi nei conservatori come la fisarmonica o la viola da gamba – e teoriche, anche innovative, che si sono ulteriormente arricchite in virtù dei recenti corsi sperimentali (come nel caso del corso specialistico biennale di arpa celtica, unico nel suo genere in Italia). Questi hanno dato corpo al processo di rinnovamento didattico che da alcuni anni il Conservatorio di Castelfranco ha attivato, proponendo ad esempio dei corsi biennali straordinari per “Maestro collaboratore” e per lo studio della “Letteratura pianistica Afro-americana”, che da quest’anno sono stati attivati nel biennio specialistico di II° livello della scuola di Pianoforte. La possibilità data dal Ministero ai conservatori italiani di dare avvio al lento ma inarrestabile processo di rinnovo strutturale degli studi musicali è stata perseguita dal nostro Istituto con grande determinazione. Questa ci ha portato ad essere tra i primi ad aver approvato lo Statuto e, conseguentemente, ad aver rinnovato tutti gli organi di governo previsti. Il nuovo Statuto, in vigore dal giugno 2004, è infatti il primo e più importante passo verso la tanto sospirata autonomia delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, che, di fatto, permette anche ai conservatori di rilasciare titoli accademici di primo e secondo livello, nonché masters, diplomi di specializzazione, dottorati di ricerca, ecc.
Il Conservatorio di Castelfranco ha inoltre avviato in questi anni, grazie anche alla preziosa guida dei direttori che si sono succeduti – e vorrei qui ricordare almeno le due figure che hanno segnato l’ultimo ventennio, i maestri Davide Zambon e Massimo Somenzi – una ricca e produttiva collaborazione con istituzioni nazionali ed internazionali, enti di produzione lirico-sinfonica, senza tralasciare la costante presenza di associazioni ed enti anche privati strettamente connessi alla realtà territoriale. Per citare solo le più importanti, la collaborazione con il College of Music dell’University of North Texas (il più grande dipartimento di studi musicali di tutte le università degli USA) che ha visto la realizzazione-scambio di alcune produzioni liriche (La cambiale di matrimonio di Rossini e La traviata di Verdi) e cameristiche – oltre naturalmente a Masterclass – e che si concretizzerà (probabilmente con Così fan tutte di Mozart) nuovamente nel 2006. La scommessa attuale delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica Musicale è quella di poter prefigurare un Conservatorio in grado di garantirsi un bacino d’utenza adeguato e sufficientemente preparato a proseguire gli studi musicali (per i quali ancora non s’intravede un percorso organizzato a livello ministeriale) nei corsi accademici di livello superiore. Non dimentichiamo che il ruolo dei conservatori nel prossimo futuro vive uno stato di preoccupante incertezza proprio a causa di quella fascia di studi che con il «vecchio ordinamento » sono sempre stati assolti all’interno delle nostre istituzioni. Per prepararsi a questo incerto futuro, il Conservatorio di Castelfranco ha sviluppato, e sta tuttora sviluppando, una serie di intese o di accordi di rete con licei, università e scuole di musica private. Ma l’accordo forse più importante è quello che, a seguito della positiva esperienza legata alla formazione di un’Orchestra Regionale dei Conservatori del Veneto, sta in questi giorni prendendo vita attraverso la costituzione di un Consorzio dei sette Conservatori regionali. Nel frattempo il Conservatorio di Castelfranco, che proprio nel novembre 2004 ha reso omaggio con una serie di iniziative e concerti alla figura del musicista castellano Agostino Steffani – di cui ricorreva il 350° anniversario della nascita – da cui l’Istituto prende il nome, ha attivato una buona parte dei corsi sperimentali di triennio e biennio specialistico, sottolineando così la sua radicata presenza nel territorio e richiamando anche un certo numero di studenti stranieri, in virtù dell’alta qualità offerta sia dagli insegnamenti tradizionali, che di quelli innovativi già menzionati. Anche il settore specialistico barocco può trovare, grazie ai qualificati insegnanti di cui dispone il Conservatorio, un motivo di distinzione nel confronto con altre proposte analoghe; a questo proposito merita una particolare attenzione l’Ensemble Barocco «A. Steffani» che, emanazione dei corsi che si sono tenuti in questi anni, si è sempre distinta per l’alta qualità delle sue manifestazioni concertistiche.
PROSSIMI EVENTI | Vedi tutti |
appuntamenti e sulle ultime novità
Iscriviti alla newsletter