Eventi
alle ore 18:00
Mio figlio è nel web
Consigli per genitori ed educatori.
Dialogano Gabriele Guarnieri, psicologo e psicoterapeuta, e Francesco Zen, consulente informatico.
I ragazzi di oggi, rispetto ai loro coetanei di 20-30 anni fa, si dimostrano più riflessivi, intelligenti e psicologicamente più elastici, ma allo stesso tempo con una fragilità ed un’insicurezza maggiore.
Sempre più connessi al web attraverso i propri smartphone, pc e tablet ma decisamente più in difficoltà a gestire le relazioni interpersonali vis a vis. Appartengono a quella che viene definita da H. Gardner la “generazione app”: sono consapevoli di quello che la società gli richiede, vivono una vita sempre più dedita all’immagine di sé che al contatto con sé stessi. I post sui vari social, il vanto di aver raggiunto 500 amicizie su facebook o di avere avuto 1000 visualizzazioni sul “selfie” li porta a sentirsi gratificati, senza spesso valutare le possibili conseguenze. Le identità dei giovani appaiono sempre più confezionate, sviluppate per offrire un’immagine desiderabile e decisamente positiva, riducendo inevitabilmente in contatto con la propria dimensione interiore: i conflitti, le riflessioni ed i progetti per il futuro.
Il rischio, ed è proprio quello che sta accadendo, è che l’utilizzo delle applicazioni, dei social e del web in generis, diventi un mezzo dal quale dipendere anziché un’opportunità per raggiungere la propria indipendenza ed individualità.
“A 12 anni, avevo 3 profili su facebook, e 2 avatar per i giochi on line; i miei non sapevano niente...”. Marco 15 anni.
In tutto questo gli adulti appaiono sempre più in difficoltà nella gestione dei ragazzi, così distanti e allo stesso tempo differenti dalle proprie esperienze giovanili, quando non esistevano telefoni, smarthpone, tablet e pc. Rispetto a qualche anno fa, i genitori di oggi sono più in contatto con i propri figli e con un desiderio quasi spasmodico di protezione. A differenza di quanto si possa ipotizzare però, maggiore è la connessione tra genitori e figli e minore è la possibilità che quest’ultimi riescano a raggiungere la propria autonomia, indipendenza ed individualità:
“Mia mamma mi manda dai 10 ai 15 sms al giorno, maledetta quella volta che le ho insegnato whatsapp!!!!”. Anna 17 anni.
I ragazzi hanno bisogno di mettersi in discussione, di provare e anche di sbagliare, perché solamente così potranno capire i loro limiti, ma anche le loro qualità e risorse.
Bibliografia del convegno:
"Cosa farò da grande", G.P.Charmet,Laterza.
"Il filtro", Eli Pariser, Il Saggiatore.
"Generazione App: la testa dei giovani e il nuovo mondo digitale", H.Gardner e Katie Davis, Feltrinelli.
"Insieme ma soli: perchè ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia e sempre meno dagli altri", S.Turkle, Codice.
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