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Giovedì 30 Ottobre 2014
alle ore 18:00

Riccardo Calimani

presenta il secondo volume della sua Storia degli ebrei italiani

Mondadori

Introduce Riccardo Cavallero, direttore generale libri Mondadori.


In questo secondo volume della sua monumentale opera di ricostruzione della presenza ebraica in Italia, Riccardo Calimani ripercorre i tre secoli cruciali che vanno dall'espulsione nel 1492 degli ebrei dalla Penisola iberica e da tutti i domini spagnoli alla Rivoluzione francese (1789) e all'Impero napoleonico, fino alla Restaurazione di inizio Ottocento. Una storia contrassegnata da una radicale redistribuzione territoriale degli insediamenti ebraici - presenti, dal Cinquecento, quasi esclusivamente nelle regioni centrosettentrionali del nostro Paese - e, dal punto di vista politico e religioso, dalla poderosa influenza dell'Inquisizione e dai rigori della Controriforma.
Punto di svolta decisivo di questa fase della storia della comunità ebraica italiana è l'istituzione del ghetto romano («il serraglio degli ebrei») sancita dalla bolla di Paolo IV Cum nimis absurdum del 1555. Una scelta di segregazione, quella del ghetto, ideata a Venezia nel 1516, che si sarebbe estesa da Roma a numerose città della Penisola. E se è vero che fu applicata in modi diversi dai principi e signori locali, che agivano in funzione della loro autonomia dalla Santa Sede o per semplice convenienza di potere, a rimanere invariato fu invece il rapporto contraddittorio tra mondo cristiano e mondo ebraico, in bilico tra bisogni e interessi concreti (i banchi di prestito, le tasse e le contribuzioni forzose) e le ricorrenti pulsioni teologiche contro il «popolo maledetto», sfociate spesso in comportamenti discriminatori e violenti: prediche coatte, battesimi di minori senza l'assenso dei genitori, roghi di libri, espulsioni attuate o solo minacciate.
Emblema di tale ambivalenza è la controversa figura del «marrano»: ebreo, costretto alla conversione suo malgrado, legato alle proprie origini e alla pro- pria identità culturale e religiosa, non fu ben accetto né dai cristiani né dagli ebrei e diventò, con le sue molteplici identità dovute al contatto con genti e terre straniere, sia un formidabile intermediario economico e culturale nell'area del Mediterraneo, sia «un ambiguo fantasma capace di turbare il sonno di tanti ebrei e cristiani in Europa».
Lungo i tre secoli raccontati da Calimani si snodano le peripezie di un gruppo esiguo di individui che fu sempre al centro di eventi storici epocali, nel doppio ruolo di vittima predestinata e di attivo protagonista della vita culturale ed economica del nostro Paese, ai suoi primi passi verso la modernità. Un'avventura, quella della comunità ebraica italiana, irta di pericoli e di contraddizioni, ma che rivela una sorprendente e insopprimibile vitalità.


Riccardo Calimani (Venezia, 1946), si è laureato in ingegneria elettrotecnica all'università di Padova e in filosofia della scienza all'università di Venezia. Fra le sue opere principali, pubblicate da Mondadori: Storia del ghetto di Venezia (1995, nuova edizione illustrata 2000), I destini e le avventure dell'intellettuale ebreo (1996; Premio Tobagi), Gesù ebreo (1998), Paolo (1999), Storia del ghetto di Venezia (2000; Premio Costantino Pavan), Ebrei e pregiudizio (2000), Storia dell'ebreo errante (2002), L'Inquisizione a Venezia (2002), Non è facile essere ebreo (2004), Passione e tragedia (2006), Ebrei eterni inquieti (2007), Il mercante di Venezia, Venezia passione e potere (2011), Storia degli ebrei italiani. Dalle origini al XV secolo (2013).
Nel 1986 ha ricevuto il Premio cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel 1997 il Premio europeo per la cultura. Dal 2008 è presidente del MEIS, il Museo dell'ebraismo italiano e della Shoah, di Ferrara.


 

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