Irene Fontana è una giornalista d’inchiesta, messa fuori gioco dalla sua ostinazione a svelare corruzioni e tutelare i diritti dei cittadini. La Contessa è la casa di sua nonna, la casa delle sue vacanze di bambina. Due piani in sasso e una mansarda, in cima a una delle colline dell’Appennino reggiano. Su tre lati, ettari di campi a coltivazione. Sul quarto, il bosco, l’unica terra che non le appartiene. È tornata a vivere lì. Tutto il suo mondo era crollato in meno di un mese e in quello che restava non c’era nulla che le interessasse. Così, ha ricominciato dall’inizio. Filippo cade dalla Pietra di Bismantova una notte d’estate. Irene è lì, per puro caso, il giorno dopo, quando rimuovono il suo corpo. La madre del ragazzo non crede al suicidio e chiede aiuto a Irene. Lei parte dalla vita di Filippo, dai suoi amici, dalle sue frequentazioni. Scopre un locale, lo Snoopy, dove nel giorno di chiusura si organizzano festini piuttosto estremi. Incontra un uomo, il Pittore, un artista che vive isolato in una casa museo, in compagnia della sue sculture da incubo. Questa è, in verità, solo una parte di un quadro ben più complesso che parte da lontano. Un patto fondato nel dopoguerra per garantire prosperità. Cinque famiglie, in cinque frazioni diverse dell’Appennino, giovani vite in cambio di un futuro più saldo. «Uno per generazione, perché il patto si trasmette e si eredita. Una vita per la vita di tutti. Bisogna prenderli giovani, quando hanno tutta la vita davanti, il potenziale integro.»Inseguire la vita di Filippo si trasforma in una discesa all’inferno. Ma ciò che appartiene alla notte, appartiene alla notte, le illusioni durano un istante e quando se ne vanno non sono mai esistite. Come i sogni, i miraggi, i miracoli, i demoni.