Un quartiere storico, un gruppo di ragazzi legati da un'amicizia indissolubile. Gli Anni Settanta, a Padova per giunta. Anni di sconvolgimenti sociali, di militanza, di ribellione. Il carcere, anzi, la cella 13. Il ricordo di luoghi di ritrovo, di esperienze giovanili, di un tessuto sociale così genuino, semplice, e irrimediabilmente perduto, oggi. Un romanzo che si legge agevolmente, ma che ha il grande pregio di instillare nel lettore la voglia di approfondire la conoscenza di un periodo e di un contesto storico allo stesso tempo così vicino e così lontano. Francesco Nicolli
Padova, mentre gli anni Ottanta sembrano stentare a decollare, gli anni Settanta hanno ancora molto da dire. E, insieme a loro, ad avere molto da dire e da fare c'è un nutrito gruppo di ragazze e ragazzi, protagonisti di un nugolo indistricabile di lotte e di sogni, di notti brave e di manifestazioni niente affatto autorizzate, di iniziative che mettono il quartiere di origine al centro del mondo e di aspirazioni a cui persino il mondo sembra andare troppo stretto. Tra di loro, la voce narrante di Arcella n. 13 ha la ventura di ritrovarsi al centro della famigerata inchiesta dell'11 marzo 1980: uno dei vari 'teoremi' con cui la magistratura rispondeva a una generazione in grado di mettere in difficoltà l'ordine prestabilito delle cose. Il prezzo da pagare, dopo una serie di arresti eseguiti alle prime luci dell'alba, coincide con il carcere e, quindi, con la rinuncia alla propria libertà. Ma dietro e dentro il racconto di questa esperienza emblematica, si agita l'amarezza di un prezzo ancora più alto: una sconfitta, a detta di molti osservatori niente affatto disinteressati. In ogni caso un luogo da cui ripartire, verso la necessità di nuovi cambiamenti e di appuntamenti con la storia impossibili da rimandare ancora.
Padova, mentre gli anni Ottanta sembrano stentare a decollare, gli anni Settanta hanno ancora molto da dire. E, insieme a loro, ad avere molto da dire e da fare c'è un nutrito gruppo di ragazze e ragazzi, protagonisti di un nugolo indistricabile di lotte e di sogni, di notti brave e di manifestazioni niente affatto autorizzate, di iniziative che mettono il quartiere di origine al centro del mondo e di aspirazioni a cui persino il mondo sembra andare troppo stretto. Tra di loro, la voce narrante di Arcella n. 13 ha la ventura di ritrovarsi al centro della famigerata inchiesta dell'11 marzo 1980: uno dei vari 'teoremi' con cui la magistratura rispondeva a una generazione in grado di mettere in difficoltà l'ordine prestabilito delle cose. Il prezzo da pagare, dopo una serie di arresti eseguiti alle prime luci dell'alba, coincide con il carcere e, quindi, con la rinuncia alla propria libertà. Ma dietro e dentro il racconto di questa esperienza emblematica, si agita l'amarezza di un prezzo ancora più alto: una sconfitta, a detta di molti osservatori niente affatto disinteressati. In ogni caso un luogo da cui ripartire, verso la necessità di nuovi cambiamenti e di appuntamenti con la storia impossibili da rimandare ancora.