Conoscere di persona alcuni degli scrittori che ammiri è uno dei grandi privilegi del nostro lavoro. Quando mi appresto alla lettura di una nuova opera firmata da uno scrittore che stimo, però, il mio animo è combattuto fra la voglia di tuffarmi fra le pagine e il timore che il nuovo libro possa non rivelarsi all'altezza, ovviamente solo secondo il mio modesto parere, dei precedenti. Anche perché cosa potrei rispondere alla fatidica domanda dell'autore conosciuto "Beh, allora, cosa ne pensi? ". Fughiamo subito ogni dubbio, non avrò il minimo imbarazzo, quando si presenterà l'occasione a rispondere a Marco Ballestracci che il suo nuovo "Black Boy Fly" è una meraviglia. Un libro che si legge tutto d'un fiato, la storia di un ciclista straordinario, Major Taylor, il primo campione americano nero. Ecco, quel poco che conosco della storia del ciclismo e dei suoi protagonisti, specialmente quelli meno conosciuti ai più (a partire dal mitico Imerio Massignan), l'ho appreso da quel drago di Ballestracci, che, forte di uno studio approfondito e di una padronanza assoluta della materia, ci regala ancora una volta un libro sul ciclismo (ma non solo) memorabile. È pure pieno di musica (black, of course), ti pare di sentirla, finché leggi. E questo, lo sapete, per il sottoscritto è un grande valore aggiunto. Consiglio assolutamente a tutti la lettura di questo piccolo libro (ma solo nella forma), tra l'altro realizzato in una elegante veste editoriale. Francesco Nicolli
Stati Uniti d’America, fine Ottocento. La Costituzione americana da trent’anni ha abolito la schiavitù, ma non la segregazione razziale. A Indianapolis, un ragazzo nero, Marshall Major Taylor, in bicicletta va più forte di tutti, anche dei campioni ciclisti più acclamati, ovviamente bianchi. In pista Major non ha rivali e nel 1899 conquista il titolo di campione del mondo. Marco Ballestracci, uno dei più convincenti cantastorie di sport, racconta la vicenda umana e l’ascesa sportiva di Major Taylor fino al 1901 e al suo imbarco per la tournée nei velodromi d’Europa e la sua consacrazione internazionale.
«Lo chiamavano Major per via della divisa dell’Unione che si metteva addosso quando faceva i suoi trucchi in bicicletta, ma a nessuno importava sapere che era l’unica giacca che possedeva».
Marco Ballestracci. Nato nel 1962, Black Boy Fly è il suo dodicesimo libro. Ha vinto nel 2009 (A Pedate) e nel 2012 (La Storia Balorda) il Premio Selezione Bancarella Sport e nel 2016 (I Guardiani) il Premio Memo Geremia/CONI. Ha suonato blues per molto tempo e attualmente collabora coll’inserto culturale del Foglio.
Stati Uniti d’America, fine Ottocento. La Costituzione americana da trent’anni ha abolito la schiavitù, ma non la segregazione razziale. A Indianapolis, un ragazzo nero, Marshall Major Taylor, in bicicletta va più forte di tutti, anche dei campioni ciclisti più acclamati, ovviamente bianchi. In pista Major non ha rivali e nel 1899 conquista il titolo di campione del mondo. Marco Ballestracci, uno dei più convincenti cantastorie di sport, racconta la vicenda umana e l’ascesa sportiva di Major Taylor fino al 1901 e al suo imbarco per la tournée nei velodromi d’Europa e la sua consacrazione internazionale.
«Lo chiamavano Major per via della divisa dell’Unione che si metteva addosso quando faceva i suoi trucchi in bicicletta, ma a nessuno importava sapere che era l’unica giacca che possedeva».
Marco Ballestracci. Nato nel 1962, Black Boy Fly è il suo dodicesimo libro. Ha vinto nel 2009 (A Pedate) e nel 2012 (La Storia Balorda) il Premio Selezione Bancarella Sport e nel 2016 (I Guardiani) il Premio Memo Geremia/CONI. Ha suonato blues per molto tempo e attualmente collabora coll’inserto culturale del Foglio.