Confessione ironica, certo. Racconto autobiografico, sicuro. Denuncia politica, senz'altro. Impegno giornalistico, indubbiamente. Però questo libro è soprattutto divertimento puro! A meno che non siate il destinatario della Legenda alla fine di ogni capitolo... Vittorio Campana
"Me ne batto alla grandissima se dico o scrivo cose buone per lo zerovirgola elettorale. Perché non sono un politico, e per questo ho la presunzione infantile del contagio del buono. O almeno del migliore. Che due o tre cose di civiltà le dirà e proverà a farle sempre, e comunque. Perché ritiene di avere molti fratelli in sonno, sparsi per questo sfortunato Paese che non ha bisogno di eroi e nel caso se li sceglie di merda. O ci sputa sopra. Perché sono quella roba lì. Buonista un cazzo." A sentire le urla sovraniste, il pezzo di Paese che ne rifiuta il fascino è un esercito di ricchi, comunisti col Rolex, privilegiati. I famigerati buonisti. Che però, coi loro difetti, saranno sempre meglio dei cattivisti. Non è vero che c'è da vergognarsi per aver studiato. Pagare le tasse non è da sfigati. L'Europa non è una prigione. Non dobbiamo aiutarli a casa loro: dobbiamo accogliere chi abbiamo contribuito ad affamare. Imitare i populisti non farà vincere le elezioni a nessuno. E non siamo Gretini, siete cretini voi. Luca Bottura ha scritto una biografia collettiva di quel pezzo di Paese, un racconto autoironico, demoralizzato ma non vinto, pronto a ridere dei propri nemici e dei propri amici. Sperando che restino tali.
Luca Bottura si guadagna da vivere scrivendo per sé e per altri. È stato “altro direttore” del settimanale Cuore sotto la direzione di Michele Serra e ideatore e conduttore di Lateral, su Radio Capital. Tiene su la Repubblica e L’Espresso le rubriche #bravimabasta e L’Incompetente, su Oggi la Posta non richiesta. Scrive per/con Enrico Bertolino, Geppi Cucciari, Luciana Littizzetto. Ha scritto anche per Gene Gnocchi, Maurizio Crozza, Victoria Cabello, Fabio Volo, Antonio Cornacchione, Adriano Celentano. Ha vinto il Premio Satira Forte dei Marmi con il libro Mission to Marx. È molto seguito su Twitter, specie dai troll.
"Me ne batto alla grandissima se dico o scrivo cose buone per lo zerovirgola elettorale. Perché non sono un politico, e per questo ho la presunzione infantile del contagio del buono. O almeno del migliore. Che due o tre cose di civiltà le dirà e proverà a farle sempre, e comunque. Perché ritiene di avere molti fratelli in sonno, sparsi per questo sfortunato Paese che non ha bisogno di eroi e nel caso se li sceglie di merda. O ci sputa sopra. Perché sono quella roba lì. Buonista un cazzo." A sentire le urla sovraniste, il pezzo di Paese che ne rifiuta il fascino è un esercito di ricchi, comunisti col Rolex, privilegiati. I famigerati buonisti. Che però, coi loro difetti, saranno sempre meglio dei cattivisti. Non è vero che c'è da vergognarsi per aver studiato. Pagare le tasse non è da sfigati. L'Europa non è una prigione. Non dobbiamo aiutarli a casa loro: dobbiamo accogliere chi abbiamo contribuito ad affamare. Imitare i populisti non farà vincere le elezioni a nessuno. E non siamo Gretini, siete cretini voi. Luca Bottura ha scritto una biografia collettiva di quel pezzo di Paese, un racconto autoironico, demoralizzato ma non vinto, pronto a ridere dei propri nemici e dei propri amici. Sperando che restino tali.
Luca Bottura si guadagna da vivere scrivendo per sé e per altri. È stato “altro direttore” del settimanale Cuore sotto la direzione di Michele Serra e ideatore e conduttore di Lateral, su Radio Capital. Tiene su la Repubblica e L’Espresso le rubriche #bravimabasta e L’Incompetente, su Oggi la Posta non richiesta. Scrive per/con Enrico Bertolino, Geppi Cucciari, Luciana Littizzetto. Ha scritto anche per Gene Gnocchi, Maurizio Crozza, Victoria Cabello, Fabio Volo, Antonio Cornacchione, Adriano Celentano. Ha vinto il Premio Satira Forte dei Marmi con il libro Mission to Marx. È molto seguito su Twitter, specie dai troll.