Che botta! C’è da restare tramortiti e confusi dopo aver scoperto questo classico dimenticato! È veramente notevole “Città dei morti”, romanzo pubblicato in italiano da pochissimo, in realtà uscito negli USA nel 1976. Da un pezzo non leggevo un thriller così intenso, sporco, inquietante. Un macabro puzzle sul tavolo di un obitorio, tre indagini serrate e intrecciate, notti tragiche dove si muovono poliziotti e medici instancabili, un rapimento straziante, sono questi solo alcuni degli elementi che mi hanno fatto apprezzare questo romanzo. Forse però il primo fra tutti è il ritratto di una città, la New York degli anni 70, persa e magnifica, puzzolente e splendida, degradata e magmatica.
Mi auguro che gli editor della Minimum Fax e la bravissima traduttrice, Vitangeli, siano già all’opera per proporci altri romanzi di Lieberman. Vittorio Campana
Mentre Paul Konig sta cercando di ricostruire l'identità delle vittime di un efferato delitto - che l'assassino ha fatto a pezzi allo scopo di renderle irriconoscibili - riceve una serie di telefonate anonime da cui apprende, in un crescendo di angoscia e dolore, che sua figlia Lauren è stata rapita. Si apre così una battaglia su due fronti e un'autentica corsa contro il tempo che coinvolge il sergente Flynn, impegnato nella ricerca dell'assassino, e il detective Haggard, a cui Konig si è rivolto perché lo aiuti a scovare i rapitori di sua figlia. "Città di morti" è un thriller elegante nella sua brutalità, un infernale viaggio al confine tra la vita e la morte, tra la superficie e l'abisso, ma anche la storia di un uomo e della sua caduta. Sullo sfondo, ma vera coprotagonista del romanzo, si staglia una città di corpi straziati, attraversata da suoni ingigantiti dall'angoscia e dalla tensione: un telefono che squilla, un rubinetto che perde, un susseguirsi di grida senza volto.
Herbert Lieberman, nato a New Rochelle, nello stato di New York, è narratore e drammaturgo. Ha pubblicato quattordici romanzi, tra cui il serial thriller Nightbloom e il gotico Crawlspace. Città di morti, uscito nel 1976, è oggetto di un autentico culto in Francia, dove ha vinto il prestigioso Grand Prix de Littérature Policière.
Mi auguro che gli editor della Minimum Fax e la bravissima traduttrice, Vitangeli, siano già all’opera per proporci altri romanzi di Lieberman. Vittorio Campana
Mentre Paul Konig sta cercando di ricostruire l'identità delle vittime di un efferato delitto - che l'assassino ha fatto a pezzi allo scopo di renderle irriconoscibili - riceve una serie di telefonate anonime da cui apprende, in un crescendo di angoscia e dolore, che sua figlia Lauren è stata rapita. Si apre così una battaglia su due fronti e un'autentica corsa contro il tempo che coinvolge il sergente Flynn, impegnato nella ricerca dell'assassino, e il detective Haggard, a cui Konig si è rivolto perché lo aiuti a scovare i rapitori di sua figlia. "Città di morti" è un thriller elegante nella sua brutalità, un infernale viaggio al confine tra la vita e la morte, tra la superficie e l'abisso, ma anche la storia di un uomo e della sua caduta. Sullo sfondo, ma vera coprotagonista del romanzo, si staglia una città di corpi straziati, attraversata da suoni ingigantiti dall'angoscia e dalla tensione: un telefono che squilla, un rubinetto che perde, un susseguirsi di grida senza volto.
Herbert Lieberman, nato a New Rochelle, nello stato di New York, è narratore e drammaturgo. Ha pubblicato quattordici romanzi, tra cui il serial thriller Nightbloom e il gotico Crawlspace. Città di morti, uscito nel 1976, è oggetto di un autentico culto in Francia, dove ha vinto il prestigioso Grand Prix de Littérature Policière.