Mi sono affacciata alla finestra di casa Bloch ogni sera, puntualmente per quasi un mese, a volte anche dopo pranzo e certamente in ogni mio momento libero. Mi sono affacciata alla finestra e, appoggiati i gomiti sul davanzale, li ho guardati vivere. Ho visto tutti i litigi, le grida di rabbia, le bassezze. Ho visto i tentativi di incontro, i compromessi di una coppia, la fatica. Ho guardato i figli crescere con il bagaglio degli errori dei genitori, le loro insicurezze come regali scomodi. Ho visto la paura della solitudine, le cose che si fanno solo quando si è convinti che nessuno sta guardando. Ho guardato questa famiglia attraverso le parole di Foer, e in questo specchio distorto ho trovato un pezzetto di me. Chiara Pasin
«Eccomi.» Così risponde Abramo quando Dio lo chiama per ordinargli di sacrificare Isacco. Ma com’è possibile per Abramo proteggere suo figlio e al tempo stesso adempiere alla richiesta di Dio? Come possiamo, nel mondo attuale, assolvere ai nostri doveri a volte contrastanti di padri, di mariti, di figli, di mogli, di madri, e restare anche fedeli a noi stessi?
Ambientato a Washington nel corso di quattro, convulse settimane, Eccomi è la storia di una famiglia sull’orlo della crisi. Mentre Jacob, Julia e i loro tre figli devono fare i conti con la distanza tra la vita che desiderano e quella che si trovano a vivere, arrivano da Israele i cugini in visita, in teoria per partecipare al Bar Mitzvah del tredicenne Sam. I tradimenti coniugali veri o presunti, le frustrazioni professionali, le ribellioni e le domande esistenziali dei figli, i pensieri suicidi del nonno, la malattia del cane, anche i previsti festeggiamenti: tutto rimane in sospeso quando un forte terremoto colpisce il Medio Oriente, innescando una serie di reazioni a catena che mettono a repentaglio la sopravvivenza dello stato di Israele. Di fronte a questo scenario imprevisto, ognuno sarà costretto a confrontarsi con scelte a cui non era preparato, e a interrogarsi sul significato della parola casa.
L’atteso ritorno di Jonathan Safran Foer alla narrativa dopo oltre dieci anni travolge con l’energia e l’impatto emotivo del suo libro d’esordio, confermando il talento di uno scrittore unico. Ironico e irriverente, commovente e profondo: un romanzo-mondo che affronta in una prospettiva universale i temi cari all’autore – i legami famigliari, le tragedie della Storia, l’identità ebraica – e insieme apre squarci di grande intimità.
Jonathan Safran Foer è nato a Washington nel 1977 e vive a New York. Attualmente insegna Scrittura creativa alla New York University. Ha esordito a venticinque anni con Ogni cosa è illuminata (2002), best seller internazionale e vincitore del National Jewish Book Award e del Guardian First Book Award; ugualmente fortunato il secondo romanzo, Molto forte, incredibilmente vicino (2005); infine, è uscito il saggio-reportage Se niente importa. Perché mangiamo gli animali? (2010) Da entrambi i romanzi sono stati tratti film di successo. I libri di Jonathan Safran Foer sono pubblicati in Italia da Guanda.