Una immaginaria band punk-new wave degli anni Ottanta è il filo rosso che unisce le storie di cinque ragazzi. Che ne è stato di loro? Come se la passano oggi? Amore e gelosia, ricchezza e vuoti interiori, grandi aspirazioni e bieche vendette: cinque vite racchiuse in altrettanti racconti neri che rappresentano un'intera generazione e una società nel suo complesso. Sullo sfondo, un variegato comprensorio padano veneto-lombardo: una città con il suo bel centro storico, circondata da vallate e paesi di montagna, ma anche dalla periferia diffusa della pianura. È in questo scenario che si muovono Denis, e la sua «notte bianca» a vegliare il padre defunto; Gianni, che perde la testa dietro lo schermo di un pc e la gonna di una donna; Cristian, scultore talentuoso, che mantiene la sua arte vendendo funghi allucinogeni; Federico, diviso tra amore e conformismo; Ilario, ricco ciclista dopato figlio di papà, vittima di un ricatto.
E se il «no future» fosse diventato il loro futuro? Ma la vita riserva svolte inaspettate.
"Camminava tra i faggi quando si fermò, chinandosi incredulo a terra. Ai suoi piedi, tra germogli di edera e cortecce spezzate, rimirava incantato la forma aggrovigliata su se stessa di una vipera pietrificata. Liberò il sasso dal muschio, soppesandolo con lo sguardo. Era piatto, calcareo, con una lunga venatura di quarzo bianco su un lato. Cristian credeva nei simboli ed era la seconda volta in vita sua che incontrava una vipera simile. La prima era stata quando, a vent’anni, aveva cominciato a scolpire, dopo aver smesso di scrivere e cantare".
E se il «no future» fosse diventato il loro futuro? Ma la vita riserva svolte inaspettate.
"Camminava tra i faggi quando si fermò, chinandosi incredulo a terra. Ai suoi piedi, tra germogli di edera e cortecce spezzate, rimirava incantato la forma aggrovigliata su se stessa di una vipera pietrificata. Liberò il sasso dal muschio, soppesandolo con lo sguardo. Era piatto, calcareo, con una lunga venatura di quarzo bianco su un lato. Cristian credeva nei simboli ed era la seconda volta in vita sua che incontrava una vipera simile. La prima era stata quando, a vent’anni, aveva cominciato a scolpire, dopo aver smesso di scrivere e cantare".