Quando giocano, i bambini sono concentrati, cooperativi, creativi,… e felici. Il gioco è il modo in cui essi s’impadroniscono del mondo, lo esplorano, apprendono dalle nuove esperienze e si riprendono dalle loro piccole o grandi sofferenze.
Tuttavia, giocare non sempre è facile per noi adulti, poiché abbiamo dimenticato tanto. E a volte ci sentiamo incapaci di entrare in contatto con i nostri figli: da troppo tempo non siamo più bambini.
Non si tratta semplicemente di spegnere la televisione e dedicare un po’ di tempo a giocare con loro, si tratta piuttosto di adottare il gioco come modalità con cui a loro ci si relaziona.
Cohen declina le varie modalità di partecipazione e di intervento sul gioco, considerando i modi attraverso i quali favorire l’autostima, disinnescare le “prese in giro” dei compagni, considerare le differenze e i punti di contatto fra maschi e femmine mentre giocano, fino a valorizzare anche il gioco “duro”.
Aiuta a gestire l’inversione dei ruoli nel gioco e a veicolare in tal modo contenuti profondi. Suggerisce come dirigere gli inevitabili momenti di crisi dei bambini e trovare un approccio più positivo alla disciplina.
Considera anche le normali esigenze dei genitori impegnati in attività che magari non amano, esortandoli a considerare i momenti di gioco con i figli come occasioni di auto-ricarica e a coinvolgere altri genitori, così da trasformarli in opportunità di socializzazione anche per gli adulti.
Tuttavia, giocare non sempre è facile per noi adulti, poiché abbiamo dimenticato tanto. E a volte ci sentiamo incapaci di entrare in contatto con i nostri figli: da troppo tempo non siamo più bambini.
Non si tratta semplicemente di spegnere la televisione e dedicare un po’ di tempo a giocare con loro, si tratta piuttosto di adottare il gioco come modalità con cui a loro ci si relaziona.
Cohen declina le varie modalità di partecipazione e di intervento sul gioco, considerando i modi attraverso i quali favorire l’autostima, disinnescare le “prese in giro” dei compagni, considerare le differenze e i punti di contatto fra maschi e femmine mentre giocano, fino a valorizzare anche il gioco “duro”.
Aiuta a gestire l’inversione dei ruoli nel gioco e a veicolare in tal modo contenuti profondi. Suggerisce come dirigere gli inevitabili momenti di crisi dei bambini e trovare un approccio più positivo alla disciplina.
Considera anche le normali esigenze dei genitori impegnati in attività che magari non amano, esortandoli a considerare i momenti di gioco con i figli come occasioni di auto-ricarica e a coinvolgere altri genitori, così da trasformarli in opportunità di socializzazione anche per gli adulti.