"Prima che il villaggio scompaia dalle mie retine, mi giro per l’ultima volta. Ma lo faccio con la subitanea sensazione che ci sia qualcuno a guardarmi da una delle finestre, che ci sia una presenza di cui ho violato lo spazio. No, non c’è nessuno. Forse c’era lo hidebehind, la creatura fantastica che Borges evoca in uno dei suoi racconti fantastici. Essa abita i boschi e ci segue sempre, standoci alle spalle, ma non saremo mai così veloci nel girarci da non consentirle di infrattarsi con la velocita di un’intuizione, o di uno spavento. Forse è lei che mi ha piantato lo sguardo nelle scapole, cosi forte da farmi voltare. Questo paese, dove chissà se mai ritornerò, si stabilirà per sempre, credo, nei paesaggi della mia immaginazione."
Il Collio, estremo Nordest, terra di confine tra l’Italia e la Slovenia. I suoi paesi, appuntiti dai campanili, sono sparsi come isole bianche sulla cima di colline paffute, pettinate da vigne e arruffate da boschi. È una zona conosciuta perlopiù dagli amanti del vino, ma che nasconde molte altre sorprese.
Emilio Rigatti la attraversa lentamente a piedi e a pedali, regalandoci istantanee di vita e poesia. Incontra sognatori, pittori, artigiani di presepi e gli “alchimisti del Collio”, i maestri del vino che tra le silenziose colline mescolano tradizione e magia. Tra uno strudel di ciliegie e orizzonti che tolgono il fiato, ci racconta come questa terra, che durante la Grande Guerra fu scossa dal frastuono delle detonazioni, sia un singolare impasto di lingue e sapori, di storia e politica. “Tra le dolci colline”, scrive Rigatti, “non mangerete solo prosciutto di casa bevendo vino biodinamico: se avete un palato storico sensibile mangerete storia e geografia, racconti e leggende, unioni e guerre”.