Misantropia estrema mescolata a umorismo caustico, ecco gli ingredienti di questo romanzo spagnolo di un autore e di un editore esordienti in Italia. Il protagonista, convinto di aver commesso accidentalmente un omicidio, si rifugia in un paesetto abbandonato e lì vive serenamente finché lo raggiunge la "Caciarra"! Vittorio Campana
Manuel accoltella un poliziotto per autodifesa. Scappa e si nasconde in un paesino abbandonato. Lì sopravvive grazie a romanzi tascabili, vegetali che recupera nei dintorni e una piccola spesa fatta al Lidl, che suo zio ogni tanto gli invia. Manuel scopre così che quanto meno possiede, di tanto meno ha bisogno. "Gli schifosi" è un thriller atipico, un "Robinson Crusoe" ambientato nel cuore della provincia desolata, una nuova definizione del concetto di austerità. Una storia che ci fa domandare se le uniche persone sane non siano quelle consapevoli che la società è malata.
Santiago Lorenzo (Portugalete, 1964) vive in un paese della provincia di Segovia. Lì cerca legna, si prepara caffè e churros, costruisce plastici e, soprattutto, scrive. Dopo aver studiato immagine e sceneggiatura all’Università Complutense e regia scenica alla RESAD, ha fondato la casa di produzione El Lápiz de la Factoría, con cui ha diretto cortometraggi come l’applaudito Manualidades, un titolo che seminava tracce sulla sua passione per l’artigianato pretecnologico e per i plastici impossibili. Nel 1995 ha prodotto Caracol, col, col, che ha vinto il premio Goya come miglior corto d’animazione. Due anni dopo è uscito Mamá es boba, che narra la storia ambientata a Palencia di un ragazzo un po’ tonto, ma allo stesso tempo molto lucido, bullizzato a scuola e con due genitori che, suo malgrado, gli provocano una vergogna tremenda. La pellicola è passata alla storia come uno dei film di culto della commedia agrodolce, ed è stata nominata, con sorpresa del regista, al premio FIPRESCI del Festival del cinema di Londra. Nel 2001 ha aperto, insieme a Mer García Navas, la Lana S.p.a., un laboratorio dedito al design di scenografie e allestimenti con cui hanno costruito numerosi pupazzetti di plastilina per la pubblicità dell’euro e la prigione che compare in uno dei film del popolarissimo personaggio di Torrente. Nel 2007 è uscito Un buen día lo tiene cualquiera, in cui Lorenzo torna a elaborare la storia di una persona per spiegare un problema collettivo: l’incapacità, affettiva e immobiliare, di trovare un posto nel mondo (o un appartamento in città, nel caso specifico). Stanco degli intrallazzi del mondo del cinema, ha deciso di cedere le proprie idee alla letteratura. Da allora, gli è andata a gonfie vele. Con Los huerfanitos – il racconto di tre fratelli che, pur odiando il teatro, devono mettere in scena un’opera per salvarsi la vita – la critica si è arresa al suo talento, il pubblico ha pianto dalle risate e ha riso per non piangere. In seguito a questo successo, Blackie Books ha ripubblicato in Spagna il meraviglioso Los millones, un romanzo con un gancio comico e una svolta tragica: un membro dei GRAPO, un’organizzazione terroristica spagnola degli anni Settanta, vince il primo premio della Lotteria; ma non può ritirarlo perché non ha la carta d’identità. Lorenzo si è addentrato di nuovo nella precarietà tragicomica con Las ganas, in cui Benito, un tizio piuttosto brutto ma soprattutto sventurato, vive da tre anni senza fare sesso, e così sviluppa una sindrome da astinenza che influisce su ogni aspetto della sua vita.
Gli schifosi è il suo quarto romanzo, il primo pubblicato in Italia. La sua opera più pura, politica e lirica: su un uomo che, come lui, vive isolato in un paesino in mezzo al nulla.
Manuel accoltella un poliziotto per autodifesa. Scappa e si nasconde in un paesino abbandonato. Lì sopravvive grazie a romanzi tascabili, vegetali che recupera nei dintorni e una piccola spesa fatta al Lidl, che suo zio ogni tanto gli invia. Manuel scopre così che quanto meno possiede, di tanto meno ha bisogno. "Gli schifosi" è un thriller atipico, un "Robinson Crusoe" ambientato nel cuore della provincia desolata, una nuova definizione del concetto di austerità. Una storia che ci fa domandare se le uniche persone sane non siano quelle consapevoli che la società è malata.
Santiago Lorenzo (Portugalete, 1964) vive in un paese della provincia di Segovia. Lì cerca legna, si prepara caffè e churros, costruisce plastici e, soprattutto, scrive. Dopo aver studiato immagine e sceneggiatura all’Università Complutense e regia scenica alla RESAD, ha fondato la casa di produzione El Lápiz de la Factoría, con cui ha diretto cortometraggi come l’applaudito Manualidades, un titolo che seminava tracce sulla sua passione per l’artigianato pretecnologico e per i plastici impossibili. Nel 1995 ha prodotto Caracol, col, col, che ha vinto il premio Goya come miglior corto d’animazione. Due anni dopo è uscito Mamá es boba, che narra la storia ambientata a Palencia di un ragazzo un po’ tonto, ma allo stesso tempo molto lucido, bullizzato a scuola e con due genitori che, suo malgrado, gli provocano una vergogna tremenda. La pellicola è passata alla storia come uno dei film di culto della commedia agrodolce, ed è stata nominata, con sorpresa del regista, al premio FIPRESCI del Festival del cinema di Londra. Nel 2001 ha aperto, insieme a Mer García Navas, la Lana S.p.a., un laboratorio dedito al design di scenografie e allestimenti con cui hanno costruito numerosi pupazzetti di plastilina per la pubblicità dell’euro e la prigione che compare in uno dei film del popolarissimo personaggio di Torrente. Nel 2007 è uscito Un buen día lo tiene cualquiera, in cui Lorenzo torna a elaborare la storia di una persona per spiegare un problema collettivo: l’incapacità, affettiva e immobiliare, di trovare un posto nel mondo (o un appartamento in città, nel caso specifico). Stanco degli intrallazzi del mondo del cinema, ha deciso di cedere le proprie idee alla letteratura. Da allora, gli è andata a gonfie vele. Con Los huerfanitos – il racconto di tre fratelli che, pur odiando il teatro, devono mettere in scena un’opera per salvarsi la vita – la critica si è arresa al suo talento, il pubblico ha pianto dalle risate e ha riso per non piangere. In seguito a questo successo, Blackie Books ha ripubblicato in Spagna il meraviglioso Los millones, un romanzo con un gancio comico e una svolta tragica: un membro dei GRAPO, un’organizzazione terroristica spagnola degli anni Settanta, vince il primo premio della Lotteria; ma non può ritirarlo perché non ha la carta d’identità. Lorenzo si è addentrato di nuovo nella precarietà tragicomica con Las ganas, in cui Benito, un tizio piuttosto brutto ma soprattutto sventurato, vive da tre anni senza fare sesso, e così sviluppa una sindrome da astinenza che influisce su ogni aspetto della sua vita.
Gli schifosi è il suo quarto romanzo, il primo pubblicato in Italia. La sua opera più pura, politica e lirica: su un uomo che, come lui, vive isolato in un paesino in mezzo al nulla.