L’ultimo romanzo di Georges Simenon ci porta negli anni ’30 in una Istanbul scintillante e ammaliatrice; Nouchi, giovanissima ballerina ungherese dal fisico sinuoso, affascinante ed estremamente determinata a diventare ricca incontra monsieur de Jonsac, dragomanno dell’ambasciata francese in Turchia, con compiti ambigui e torbidi. Jonsac si innamorerà pazzamente di Nouchi e per conquistarla farà per lei l’impossibile. Ma la sua vita ne uscirà sconvolta. Un tuffo in un passato affascinante. Lavinia Manfrotto
Una città, Istanbul, ancora avvolta, all'inizio degli anni Trenta, da un'aura di eccitante depravazione. Una giovane donna, Nouchi, candidamente perversa, sera$camente crudele, e capace di sedurre chiunque senza mai concedersi a nessuno. Un uomo non più giovanissimo, distinto ma squattrinato, che si è lasciato irretire, una sera, nel night-club dove Nouchi lavorava come entraîneuse, e che lei manovra a suo piacimento. Un gruppo di sfaccendati – artisti, giornalisti, uomini d'affari, nobili decaduti, viveur di mezza tacca –, che si ritrovano nel ristorante di Avrenos e passano le notti a bere raki e a fumare hashish, e che di Nouchi sono tutti più o meno innamorati. Se Emmanuel Carrère (che ne ha tratto una sceneggiatura televisiva) ha potuto dichiarare: «I clienti di Avrenos è un capolavoro», è soprattutto perché di personaggi femminili sconcertanti come Nouchi non se ne incontrano molti nei romanzi di Simenon – e non solo. Non ha ancora diciott'anni, non è particolarmente bella, ha una faccia irregolare e «due occhi penetranti come punte di spillo»; ed è ben decisa a non conoscere mai più la miseria e la fame che hanno segnato la sua infanzia viennese. A questo scopo giocherà tutte le sue carte – anche le più rischiose. Di Istanbul, dove bisogna soltanto «accettare la vita come viene», abbandonandosi ai suoi perfidi incantesimi, Simenon fa la cornice perfetta per le trame ambiziose e svagate della sua incantevole, implacabile protagonista.