È una notte del 1966 nella Buckner County, in Georgia, quando Agnes Miller, l’esuberante figlia diciannovenne del diacono locale, con lunghe gambe da majorette e grandi speranze, svolta in Damascus Road assieme al suo fidanzato. È lí, in quella via buia e isolata, che la brutale polizia bianca del posto intima ai due ragazzi di accostare l’auto. Dopo, nulla è piú come prima. Non lo è per Claude Johnson, che andrà incontro al suo solitario destino. Non lo è per Eloise Delaney, l’amica intima di Agnes, che, guidata dalla forza del suo amore giovanile, passerà il resto della vita a superare barriere: quella che impedisce a una donna nera di volare, come la sua eroina Bessie Coleman, e quella che le vieta di amare chi e come vuole. E naturalmente nulla sarà piú come prima per Agnes, che abbandonerà il Sud della sua giovinezza per trasferirsi nel South Bronx e sposare Eddie Christie, un veterano della Marina rientrato dal Vietnam con qualche rotella fuori posto e un solo amuleto a cui aggrapparsi: una copia consunta, sgraffignata d’impulso a un ufficiale, di Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard, da quel momento reliquia e guida spirituale per la sua vita a venire. Regina Porter segue le loro vicende comiche e struggenti, e segue quelle delle loro figlie diversissime, l’infermiera Beverly, squinternata e generosa, e la studiosa Claudia, esperta di Shakespeare e sposata con Rufus Vincent, unico figlio (legittimo) dell’affascinante James Vincent, e fratellastro (ignaro) del bruno Hank Camphor. E quindi ci racconta dei Camphor, e poi dei loro vicini di casa Applewood, e dei le- gami di questi con i Miller e con i Delaney. E a ogni nuova entrata e uscita di scena il cammeo si fa affresco, e il monologo coro. Dall’individuo alla famiglia, dalla famiglia alla società, fino all’America intera, raccontata attraverso le sue tensioni razziali, le contrapposizioni di classe, le tematiche di genere, le guerre, le migrazioni dal Sud dell’Unione al Nord. Ogni voce cattura la scena e il nostro cuore per un tratto di strada, prima di lasciare il testimone alla successiva. Proprio come nel viaggio della vita, dove «siamo contemporaneamente gli eroi della nostra storia e le comparse di quella degli altri».
Regina Porter è nata a Savannah, in Georgia, e vive a Brooklyn. Laureata all'Iowa Writers' Workshop, ha pubblicato sull'«Harvard Review». In veste di drammaturga, ha collaborato con i Playwrights Horizons, il Joseph Papp Theater, la New York Stage and Film, il Women's Project, la Woolly Mammoth Theatre Company e l'Horizon Theatre Company. I viaggiatori, il suo primo romanzo, è stato nominato fra i migliori libri dell'anno dalla rivista «Esquire» ed è finalista al Pen/Hemingway Award nella categoria Esordi.
Regina Porter è nata a Savannah, in Georgia, e vive a Brooklyn. Laureata all'Iowa Writers' Workshop, ha pubblicato sull'«Harvard Review». In veste di drammaturga, ha collaborato con i Playwrights Horizons, il Joseph Papp Theater, la New York Stage and Film, il Women's Project, la Woolly Mammoth Theatre Company e l'Horizon Theatre Company. I viaggiatori, il suo primo romanzo, è stato nominato fra i migliori libri dell'anno dalla rivista «Esquire» ed è finalista al Pen/Hemingway Award nella categoria Esordi.