«Vito Mancuso ha il dono di presentare temi teologici in modo comprensibile anche a un pubblico laico.» Hans Küng
«Vito Mancuso rappresenta il primato della coscienza contro la Chiesa dell'obbedienza» Gustavo Zagrebelsky
In questo grande libro Vito Mancuso assume la passione come prospettiva da cui leggere il mondo. Il problema in particolare è l'amore, il suo posto nel mondo e nella logica che lo regge. Quando si ama, quando si vive per il bene e per la giustizia, si rafforza il nostro essere natura, oppure lo si indebolisce estinguendone la forza vitale?
Mancuso ritiene che quando amiamo mettendo la passione al servizio dell'armonia delle relazioni raggiungiamo la pienezza dell'esistenza, perché il nostro amore riproduce una più ampia logica cosmica tesa da sempre all'armonia relazionale. La tesi va a toccare i fondamenti stessi del vivere e viene illustrata attraverso un confronto con le grandi tradizioni religiose, con le filosofie e con la scienza, toccando questioni di cosmologia, biologia, fisica, fino a discutere il senso filosofico del bosone di Higgs o «particella di Dio».
Ma come si concilia questa una visione simile con l'universale esperienza del male? Nell'affrontare questo tema da sempre presente nel suo pensiero, Mancuso chiama sulla scena i Mostri, le Signorie cosmiche e le Potenze sataniche di cui parla la Bibbia, in una specie di corpo a corpo metafisico con le radici stesse del negativo. Il risultato è la denuncia dell'infondatezza del dogma del peccato originale mediante cui la Chiesa ancora oggi interpreta il caos come peccato, finendo per generare inevitabili e infiniti sensi di colpa. In realtà, sostiene Mancuso, il caos non è peccato, ma l'indeterminatezza necessaria per il nascere della libertà, a sua volta condizione per la maturità dell'amore.
Affascinante racconto di una profonda avventura intellettuale, Il principio passione con la sua «formula del mondo» (Logos + Caos = Pathos) si offre alla mente perplessa come una nuova guida per rinnovare in modo responsabile la fiducia nella vita, e nell'amore quale suo scopo supremo.
Vito Mancuso è un teologo italiano, dal 2013 docente presso l'Università degli Studi di Padova, dopo aver insegnato dal 2004 al 2011 alla Facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano. È autore, tra gli altri libri, di L'anima e il suo destino (2007), La vita autentica (2009), Obbedienza e libertà (2012) e, con Garzanti, Io e Dio. Una guida dei perplessi (2011), giunto alla nona edizione. Insieme a Eugenio Scalfari ha firmato le Conversazioni con Carlo Maria Martini. Ha disputato per iscritto a favore della fede in Dio con Corrado Augias e Paolo Flores D'Arcais, e a voce con molti altri intellettuali atei. Il suo pensiero è oggetto di una monografia uscita in Germania nel 2011 (Essentials of Catholic Radicalism. An Introduction to the Lay Theology of Vito Mancuso). Le sue opere, tradotte in più lingue, hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico e sono oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche.
Dal 2009 è editorialista del quotidiano «la Repubblica».
«Vito Mancuso rappresenta il primato della coscienza contro la Chiesa dell'obbedienza» Gustavo Zagrebelsky
In questo grande libro Vito Mancuso assume la passione come prospettiva da cui leggere il mondo. Il problema in particolare è l'amore, il suo posto nel mondo e nella logica che lo regge. Quando si ama, quando si vive per il bene e per la giustizia, si rafforza il nostro essere natura, oppure lo si indebolisce estinguendone la forza vitale?
Mancuso ritiene che quando amiamo mettendo la passione al servizio dell'armonia delle relazioni raggiungiamo la pienezza dell'esistenza, perché il nostro amore riproduce una più ampia logica cosmica tesa da sempre all'armonia relazionale. La tesi va a toccare i fondamenti stessi del vivere e viene illustrata attraverso un confronto con le grandi tradizioni religiose, con le filosofie e con la scienza, toccando questioni di cosmologia, biologia, fisica, fino a discutere il senso filosofico del bosone di Higgs o «particella di Dio».
Ma come si concilia questa una visione simile con l'universale esperienza del male? Nell'affrontare questo tema da sempre presente nel suo pensiero, Mancuso chiama sulla scena i Mostri, le Signorie cosmiche e le Potenze sataniche di cui parla la Bibbia, in una specie di corpo a corpo metafisico con le radici stesse del negativo. Il risultato è la denuncia dell'infondatezza del dogma del peccato originale mediante cui la Chiesa ancora oggi interpreta il caos come peccato, finendo per generare inevitabili e infiniti sensi di colpa. In realtà, sostiene Mancuso, il caos non è peccato, ma l'indeterminatezza necessaria per il nascere della libertà, a sua volta condizione per la maturità dell'amore.
Affascinante racconto di una profonda avventura intellettuale, Il principio passione con la sua «formula del mondo» (Logos + Caos = Pathos) si offre alla mente perplessa come una nuova guida per rinnovare in modo responsabile la fiducia nella vita, e nell'amore quale suo scopo supremo.
Vito Mancuso è un teologo italiano, dal 2013 docente presso l'Università degli Studi di Padova, dopo aver insegnato dal 2004 al 2011 alla Facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano. È autore, tra gli altri libri, di L'anima e il suo destino (2007), La vita autentica (2009), Obbedienza e libertà (2012) e, con Garzanti, Io e Dio. Una guida dei perplessi (2011), giunto alla nona edizione. Insieme a Eugenio Scalfari ha firmato le Conversazioni con Carlo Maria Martini. Ha disputato per iscritto a favore della fede in Dio con Corrado Augias e Paolo Flores D'Arcais, e a voce con molti altri intellettuali atei. Il suo pensiero è oggetto di una monografia uscita in Germania nel 2011 (Essentials of Catholic Radicalism. An Introduction to the Lay Theology of Vito Mancuso). Le sue opere, tradotte in più lingue, hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico e sono oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche.
Dal 2009 è editorialista del quotidiano «la Repubblica».