Con questo avvincente ed incalzante thriller Zannini si è aggiudicato nel 2023 il Premio Tedeschi, dedicato ai migliori romanzi gialli inediti e che ha visto, tra i vincitori delle passate edizioni, veri maestri del genere come Macchiavelli, Massimi o Lucarelli. Vittorio Campana
Eva Carini, ex criminologa esperta in delitti sessuali, si è costruita una nuova esistenza dopo un incidente che le ha divorato due anni di vita, lasciandole i postumi di un trauma che solo l'uso di oppioidi può mettere a tacere. Ora vive in un paesino incassato nel Canale del Brenta dove gestisce un impianto di cremazione, Fabbrica Kronos. Un giorno viene a sapere che il mostro che stava inseguendo – soprannominato Infinito per l'incisione a forma di otto rovesciato che lascia sui corpi delle vittime – ha colpito ancora. È giunto il momento di prendere l'assassino, a qualsiasi costo. E i mesi trascorsi in Messico a studiare i casi di femminicidio hanno insegnato a Eva come. Perché adesso sa che ci può essere un secondo modo di fare le cose.
Roberto Zannini (Mestre 1959), appassionato alpinista, abita in montagna dove ha lavorato per quarant'anni nel settore del consolidamento montano. Come autore ha pubblicato una trilogia di romanzi gialli ucronici, "Le inchieste dell'ispettrice Sasha Trieste", oltre a romanzi storici e di fantalpinismo, un genere da lui stesso creato. Con Il secondo modo di fare le cose (2023) ha vinto il premio Tedeschi.
Eva Carini, ex criminologa esperta in delitti sessuali, si è costruita una nuova esistenza dopo un incidente che le ha divorato due anni di vita, lasciandole i postumi di un trauma che solo l'uso di oppioidi può mettere a tacere. Ora vive in un paesino incassato nel Canale del Brenta dove gestisce un impianto di cremazione, Fabbrica Kronos. Un giorno viene a sapere che il mostro che stava inseguendo – soprannominato Infinito per l'incisione a forma di otto rovesciato che lascia sui corpi delle vittime – ha colpito ancora. È giunto il momento di prendere l'assassino, a qualsiasi costo. E i mesi trascorsi in Messico a studiare i casi di femminicidio hanno insegnato a Eva come. Perché adesso sa che ci può essere un secondo modo di fare le cose.
Roberto Zannini (Mestre 1959), appassionato alpinista, abita in montagna dove ha lavorato per quarant'anni nel settore del consolidamento montano. Come autore ha pubblicato una trilogia di romanzi gialli ucronici, "Le inchieste dell'ispettrice Sasha Trieste", oltre a romanzi storici e di fantalpinismo, un genere da lui stesso creato. Con Il secondo modo di fare le cose (2023) ha vinto il premio Tedeschi.