Vincitore del Premio Calvino 2018 grazie a questo romanzo, con insospettabile sapienza per un esordiente e innegabile padronanza della lingua l’autore commuove, indigna, affanna, impaurisce, stupisce, spiazza, ma soprattutto inganna il lettore fino al capitolo finale che improvvisamente e inaspettatamente cambia tutto. Un giallo psicologico molto ben costruito. Vittorio Campana
Una storia insolita, particolare, un misto tra realtà, sogno e immaginazione. Mentre leggevo cercavo di capire… capire e capire. E quando ho capito, scusate le ripetizioni, sono rimasta molto colpita da questo romanzo oscuro, forte e misterioso con un finale davvero inaspettato e profondo. Avrei avuto voglia di ricominciarlo! Federica Silvello
Siamo su una montagna ostile, fa molto freddo. Giona non ha ricordi. Ha poco più di quattordici anni e vive in un villaggio aspro e desolato insieme al nonno Alvise. Il vecchio, spietato e rigoroso, è l'uomo che domina il paese e impone al ragazzo compiti apparentemente assurdi e punizioni mortificanti. In possesso unicamente di un logoro maglione rosso, Giona esegue con angosciata meticolosità gli ordini del vecchio, sempre gli stessi gesti, fino a quando, un giorno, non riesce a scappare. La fuga si rivelerà per lui un'inesorabile caduta agli inferi, inframmezzata da ricordi della sua famiglia, che sembrano appartenere a una vita precedente, e da apparizioni stravolte. In un clima di allucinata sospensione temporale, il paese è in procinto di crollare su se stesso e la terra sembra sprofondare pian piano sotto i piedi del ragazzo. La verità è quella che appare? Solo un decisivo cambio di passo consentirà al lettore di raggiungere la svolta finale e comprendere davvero che cos'è l'inverno di Giona. Filippo Tapparelli, qui al suo esordio letterario, ha scritto un giallo onirico lontano da virtuosismi stilistici e intriso di atmosfere di perturbante ambiguità, descritte con una potenza evocativa straordinaria.
Filippo Tapparelli lavora in un’azienda veronese. In passato è stato istruttore di scherma, pilota di parapendio e artista di strada. Ha studiato letteratura inglese e russa all’università. L'inverno di giona (Mondadori 2019) è il suo primo romanzo.
Una storia insolita, particolare, un misto tra realtà, sogno e immaginazione. Mentre leggevo cercavo di capire… capire e capire. E quando ho capito, scusate le ripetizioni, sono rimasta molto colpita da questo romanzo oscuro, forte e misterioso con un finale davvero inaspettato e profondo. Avrei avuto voglia di ricominciarlo! Federica Silvello
Siamo su una montagna ostile, fa molto freddo. Giona non ha ricordi. Ha poco più di quattordici anni e vive in un villaggio aspro e desolato insieme al nonno Alvise. Il vecchio, spietato e rigoroso, è l'uomo che domina il paese e impone al ragazzo compiti apparentemente assurdi e punizioni mortificanti. In possesso unicamente di un logoro maglione rosso, Giona esegue con angosciata meticolosità gli ordini del vecchio, sempre gli stessi gesti, fino a quando, un giorno, non riesce a scappare. La fuga si rivelerà per lui un'inesorabile caduta agli inferi, inframmezzata da ricordi della sua famiglia, che sembrano appartenere a una vita precedente, e da apparizioni stravolte. In un clima di allucinata sospensione temporale, il paese è in procinto di crollare su se stesso e la terra sembra sprofondare pian piano sotto i piedi del ragazzo. La verità è quella che appare? Solo un decisivo cambio di passo consentirà al lettore di raggiungere la svolta finale e comprendere davvero che cos'è l'inverno di Giona. Filippo Tapparelli, qui al suo esordio letterario, ha scritto un giallo onirico lontano da virtuosismi stilistici e intriso di atmosfere di perturbante ambiguità, descritte con una potenza evocativa straordinaria.
Filippo Tapparelli lavora in un’azienda veronese. In passato è stato istruttore di scherma, pilota di parapendio e artista di strada. Ha studiato letteratura inglese e russa all’università. L'inverno di giona (Mondadori 2019) è il suo primo romanzo.