100 anni e non sentirli
Bisogna ringraziare la ISBN Edizioni che ripropone un premio Nobel ormai dimenticato, in realtà attualissimo, anzi il secolo trascorso ne esalta i pregi e ne impreziosisce i rarissimi difetti. Chapeau! - Vittorio Campana
Anno mille, più o meno. Un vecchio monaco quasi cieco sbarca su un'isola bretone popolata da pinguini. Scambiandoli per esseri umani, li battezza tutti. Per rimediare all'errore, Dio e i santi decidono di concedere ai volatili "un'anima, però di piccola taglia". Peccato che dalla conversione in poi, i pinguini sviluppino avidità e invidia, prepotenza e conformismo, ambizioni e pudori (il primo pinguino vestito viene violentato da un diavolo travestito da prete). A partire da questo antefatto, Anatole France traccia la storia di Pinguinia come controcanto amaro, rivelatore e irresistibilmente comico, dell'evoluzione dell'Europa dal Medioevo fino alla Rivoluzione industriale. Uno romanzo satirico del Novecento, capace di fare arrabbiare i cattolici e infuriare i borghesi, amato da Conrad, Benjamin e Jung. Pubblicato per la prima volta nel 1908, è stato per lungo tempo considerato il capolavoro di Anatole France e paragonato a classici come "La fattoria degli animali" di Orwell e "Il mondo nuovo" di Huxley.
Bisogna ringraziare la ISBN Edizioni che ripropone un premio Nobel ormai dimenticato, in realtà attualissimo, anzi il secolo trascorso ne esalta i pregi e ne impreziosisce i rarissimi difetti. Chapeau! - Vittorio Campana
Anno mille, più o meno. Un vecchio monaco quasi cieco sbarca su un'isola bretone popolata da pinguini. Scambiandoli per esseri umani, li battezza tutti. Per rimediare all'errore, Dio e i santi decidono di concedere ai volatili "un'anima, però di piccola taglia". Peccato che dalla conversione in poi, i pinguini sviluppino avidità e invidia, prepotenza e conformismo, ambizioni e pudori (il primo pinguino vestito viene violentato da un diavolo travestito da prete). A partire da questo antefatto, Anatole France traccia la storia di Pinguinia come controcanto amaro, rivelatore e irresistibilmente comico, dell'evoluzione dell'Europa dal Medioevo fino alla Rivoluzione industriale. Uno romanzo satirico del Novecento, capace di fare arrabbiare i cattolici e infuriare i borghesi, amato da Conrad, Benjamin e Jung. Pubblicato per la prima volta nel 1908, è stato per lungo tempo considerato il capolavoro di Anatole France e paragonato a classici come "La fattoria degli animali" di Orwell e "Il mondo nuovo" di Huxley.