Una storia al limite del credibile
Angosciante, sconvolgente, terribile! Charlotte Link sa come tenere viva l'attenzione per oltre trecento pagine, conosce i trucchi per sbalordire anche il lettore più smaliziato e mostra una ”sensibilità“ per la trama e per le sue mille diramazioni che ha pochi riscontri nell'ambito del thriller psicologico. Lavinia Manfrotto
Galles, 2009. Una calda e bellissima giornata di agosto. Boschi e colline solitarie da una parte, la potenza del mare dall’altra. Vanessa e Matthew Willard, in viaggio da Holyhead a Swansea, si fermano in un parcheggio isolato. L’uomo si allontana per pochi minuti, e al suo ritorno scopre che la moglie è scomparsa senza lasciare traccia. Matthew non sa che è stata rapita: il suo sequestratore, Ryan Lee, la rinchiude in una grotta nella «valle della volpe», un luogo isolato che lui solo è in grado di raggiungere, ma viene arrestato e incarcerato per un crimine precedente. Di Vanessa non si sa più nulla, e il marito sprofonda nell’incubo dell’incertezza. Nessun indizio, nessuna pista concreta. Tre anni dopo, Ryan viene rimesso in libertà, ma qualcuno pare abbia ordito una trama spaventosa, un’orribile vendetta per gli errori del suo passato: sua madre e la sua ex fidanzata vengono inspiegabilmente aggredite, e un’altra donna viene rapita «replicando» nei minimi dettagli la scomparsa di Vanessa Willard. Con L’ultima volta che l’ho vista Charlotte Link prosegue una serie fortunata di thriller psicologici, ricchi di colpi di scena e che esplorano gli ambigui territori di confine tra il bene e il male. Un’indagine avvincente, sempre in bilico fra sentimento e desiderio di riscatto, colpa e rimorso, dove ogni attore è costretto a fare i conti con i fantasmi del proprio passato.
Angosciante, sconvolgente, terribile! Charlotte Link sa come tenere viva l'attenzione per oltre trecento pagine, conosce i trucchi per sbalordire anche il lettore più smaliziato e mostra una ”sensibilità“ per la trama e per le sue mille diramazioni che ha pochi riscontri nell'ambito del thriller psicologico. Lavinia Manfrotto
Galles, 2009. Una calda e bellissima giornata di agosto. Boschi e colline solitarie da una parte, la potenza del mare dall’altra. Vanessa e Matthew Willard, in viaggio da Holyhead a Swansea, si fermano in un parcheggio isolato. L’uomo si allontana per pochi minuti, e al suo ritorno scopre che la moglie è scomparsa senza lasciare traccia. Matthew non sa che è stata rapita: il suo sequestratore, Ryan Lee, la rinchiude in una grotta nella «valle della volpe», un luogo isolato che lui solo è in grado di raggiungere, ma viene arrestato e incarcerato per un crimine precedente. Di Vanessa non si sa più nulla, e il marito sprofonda nell’incubo dell’incertezza. Nessun indizio, nessuna pista concreta. Tre anni dopo, Ryan viene rimesso in libertà, ma qualcuno pare abbia ordito una trama spaventosa, un’orribile vendetta per gli errori del suo passato: sua madre e la sua ex fidanzata vengono inspiegabilmente aggredite, e un’altra donna viene rapita «replicando» nei minimi dettagli la scomparsa di Vanessa Willard. Con L’ultima volta che l’ho vista Charlotte Link prosegue una serie fortunata di thriller psicologici, ricchi di colpi di scena e che esplorano gli ambigui territori di confine tra il bene e il male. Un’indagine avvincente, sempre in bilico fra sentimento e desiderio di riscatto, colpa e rimorso, dove ogni attore è costretto a fare i conti con i fantasmi del proprio passato.
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