Dopo aver allevato un piccolo gregge di agnelli su pascoli di erba fresca, seguendo una tecnica antica e complessa che aveva coinvolto l’intera fattoria, Dan Barber propone finalmente nel suo ristorante le deliziose costolette ottenute con tanta fatica. Accompagnate da puré alla menta e zucchine grigliate, nel giro di pochi istanti vanno completamente esaurite: mesi di lavoro vengono divorati in un batter di ciglia dai primi avventori del ristorante, come un hot dog qualsiasi. Sconfortato, Barber commenta: «La sera in cui le costolette fecero il tutto esaurito, cominciai a pensare che il pelo nel nostro uovo fosse il menu stesso, o per meglio dire la concezione occidentale del menu, ancora legata a una dieta proteinocentrica».
La cucina della buona terra parte da questa considerazione e ci conduce in un viaggio fantastico, in ogni parte del mondo, a conoscere i migliori allevatori, i migliori pescatori e i migliori agricoltori, scoprirne la dedizione, l’attenzione alla loro terra e al loro mare, in un grande affresco di arte culinaria che è anche un’ode accorata alla sostenibilità del pianeta e alla felicità di farne parte. Soprattutto quando mangiamo.
Dal fast-food al chilometro zero si è fatto un grande passo avanti, ma si tende ancora a pensare che il menu del ristorante debba dettare l’agenda degli agricoltori e degli allevatori, mentre Barber è convinto che le cose stiano esattamente al contrario: un buon chef interpreta il cibo e mette nel piatto, con arte, i frutti del lavoro di coloro che gli alimenti li fanno crescere assecondando la natura e producendo ciò che la terra sa fare meglio, non ciò che il cliente vuole a tutti i costi. È una rivoluzione copernicana della cucina e delle abitudini, ma è necessaria e per fortuna gustosa.
Il viaggio decennale di Dan Barber tra questi agricoltori così ostinati, che lui descrive in tutta la loro umanità, ha dato questo libro come frutto. Leggerlo è un piacere, almeno pari a quello di sedersi al suo ristorante di Blue Hill.
Dan Barber è il notissimo chef del ristorante Blue Hill, nel Greenwich Village di Manhattan, a New York, e del Blue Hill di Stone Barns, azienda che si trova al centro del Stone Barns Center for Food & Agriculture, 30 km a nord di New York. Scrive regolarmente per il «New York Times» e per altre testate. Barber ha ricevuto il premio James Beard come miglior cuoco di New York nel 2006 e quello di miglior cuoco della nazione nel 2009. Sempre nel 2009 è stato nominato dalla rivista «Time» tra le 100 persone più influenti al mondo.