Donna dall'eccentricità indomabile, Leonora Carrington fu una delle «muse inquietanti » del surrealismo, dal quale però non smise mai di tenersi a debita distanza, anche negli anni in cui viveva con Max Ernst.
«Hai l'ingenuità di credere che il passato muoia?».
«Sì», disse Margaret «Se il presente gli taglia la gola».
I suoi quadri, enigmatici e beffardi, sono oggi celebrati e ricercati, ma non meno rivelatrice è la sua opera in prosa – e in particolare questi racconti, nei quali già Breton riconosceva un vertice dello «humour nero» (definizione che a lui risale). Qui il lettore potrà incontrare per la prima volta le sue creature predilette, esseri dalla natura sempre mutevole e indecifrabile, oscillanti tra l'aria ingannevole della nursery – deposito di sogni e relitti infantili – e l'orrore puro. Come nel racconto da cui prende il titolo la raccolta, dove una giovane debuttante, per evitare di partecipare al ballo organizzato dalla madre in suo onore, chiede a una iena il favore di sostituirla: con conseguenze feroci e esilaranti. Tutti «fantasmi di famiglia», su cui sentiamo aleggiare la risata rauca e affettuosamente crudele della Carrington. Per lei, ciò che per altri fu la scoperta della surrealtà, era la normalità stessa – come constatò sin dall'infanzia passata in una magione goticheggiante, che si poteva trasformare facilmente in un'allucinazione.
«Hai l'ingenuità di credere che il passato muoia?».
«Sì», disse Margaret «Se il presente gli taglia la gola».
I suoi quadri, enigmatici e beffardi, sono oggi celebrati e ricercati, ma non meno rivelatrice è la sua opera in prosa – e in particolare questi racconti, nei quali già Breton riconosceva un vertice dello «humour nero» (definizione che a lui risale). Qui il lettore potrà incontrare per la prima volta le sue creature predilette, esseri dalla natura sempre mutevole e indecifrabile, oscillanti tra l'aria ingannevole della nursery – deposito di sogni e relitti infantili – e l'orrore puro. Come nel racconto da cui prende il titolo la raccolta, dove una giovane debuttante, per evitare di partecipare al ballo organizzato dalla madre in suo onore, chiede a una iena il favore di sostituirla: con conseguenze feroci e esilaranti. Tutti «fantasmi di famiglia», su cui sentiamo aleggiare la risata rauca e affettuosamente crudele della Carrington. Per lei, ciò che per altri fu la scoperta della surrealtà, era la normalità stessa – come constatò sin dall'infanzia passata in una magione goticheggiante, che si poteva trasformare facilmente in un'allucinazione.