Autrice esordiente di origine filippina porta un preciso attacco alla società americana, e non solo, in cui i ricchi possono permettersi tutto, compreso pagare giovani donne perché figlino al loro posto. Romanzo al femminile che evoca immediatamente alcune storie di Margaret Atwood, con l'originalità dell'ambientazione nell' inferno delle immigrate dal Terzo Mondo. Vittorio Campana
Jane è una giovane madre single immigrata negli Stati Uniti dalle Filippine. Vive in un dormitorio nel Queens, a New York, insieme alla cugina Evelyn e a tante altre donne che, come lei, sono venute qui con la speranza di una vita e di un futuro migliori. Dopo i primi lavori presso alcune facoltose famiglie di Manhattan, Jane riesce a entrare a Golden Oaks, una residenza idilliaca nelle campagne del fiume Hudson che ospita «madri surrogate», donne e ragazze bisognose come Jane, che concedono il proprio corpo alle ricche «clienti» in cambio di un compenso che potrà letteralmente trasformare la loro vita. Ben presto, però, affiora il durissimo compromesso a cui devono adeguarsi le «Ospiti»: Golden Oaks, gestita da un’ambiziosa donna d’affari di origini cinesi, è in realtà una prigione dorata, un ambiente «calibrato per massimizzare il potenziale fetale», dove le ospiti sono tenute sotto strettissima sorveglianza. L’esperienza straziante a cui va incontro Jane è una versione inquietante del sogno americano, dove il denaro permette di comprare e vendere qualunque cosa, persino la vita.
Joanne Ramos, dopo essersi laureata a Princeton, ha lavorato per diversi anni nel settore finanziario e ha cominciato a scrivere per l’Economist. Fa parte del consiglio di amministrazione di The Moth, un’associazione non profit newyorkese dedicata all’arte della narrazione. Tra le sue pubblicazioni: La fabbrica (Ponte alle Grazie, 2020)
Jane è una giovane madre single immigrata negli Stati Uniti dalle Filippine. Vive in un dormitorio nel Queens, a New York, insieme alla cugina Evelyn e a tante altre donne che, come lei, sono venute qui con la speranza di una vita e di un futuro migliori. Dopo i primi lavori presso alcune facoltose famiglie di Manhattan, Jane riesce a entrare a Golden Oaks, una residenza idilliaca nelle campagne del fiume Hudson che ospita «madri surrogate», donne e ragazze bisognose come Jane, che concedono il proprio corpo alle ricche «clienti» in cambio di un compenso che potrà letteralmente trasformare la loro vita. Ben presto, però, affiora il durissimo compromesso a cui devono adeguarsi le «Ospiti»: Golden Oaks, gestita da un’ambiziosa donna d’affari di origini cinesi, è in realtà una prigione dorata, un ambiente «calibrato per massimizzare il potenziale fetale», dove le ospiti sono tenute sotto strettissima sorveglianza. L’esperienza straziante a cui va incontro Jane è una versione inquietante del sogno americano, dove il denaro permette di comprare e vendere qualunque cosa, persino la vita.
Joanne Ramos, dopo essersi laureata a Princeton, ha lavorato per diversi anni nel settore finanziario e ha cominciato a scrivere per l’Economist. Fa parte del consiglio di amministrazione di The Moth, un’associazione non profit newyorkese dedicata all’arte della narrazione. Tra le sue pubblicazioni: La fabbrica (Ponte alle Grazie, 2020)