Lo confesso, ciò che mi ha attirato verso questo romanzo è stata la bellissima copertina, su cui campeggia un esultante Falcao. Pensavo si trattasse di un libro divertente. E lo è, in effetti, ma è molto, molto, di più. Avete presente quando si ha la tentazione di sottolineare una frase particolarmente significativa, durante la lettura? Io non lo faccio mai, ma ho iniziato a trascrivere a parte alcuni passaggi importanti. Ho smesso subito, da quanti sono. Bonvissuto ci regala un romanzo stupendo, il racconto di una comunità, accomunata dal tifo, anzi dall'amore viscerale, per la Roma. E' un calcio, e uno spaccato di vita, d'altri tempi, e precisamente quello dei primi anni Ottanta. Poetico, commovente, divertente, un libro che consiglio. Francesco Nicolli
Mescolando alto e basso a ogni riga, divagazioni e scene formidabili, il nuovo libro di Bonvissuto parte come un trattatello filosofico sull’amore per diventare a poco a poco un romanzo corale di grande forza. A differenza di molte passioni, quella calcistica dura una vita intera e arde sempre, nel bene e soprattutto nel male: «Forse il calcio è l’unica cosa al mondo che è piú bella quando la fanno gli altri, quelli con quella maglia però. Che comunque ce l’hanno solo in prestito, perché la maglia della Roma è la mia. Potrebbero anche averla rubata. E l’amore forse è questo: correre appresso a un ladro che ci ha rubato qualcosa». Attorno a questa fiamma si condensa un microcosmo di padri, nonni, zii, fratelli di fede giallorossa, una comunità vera e propria, allegra, sterminata, capace d’iniziarti alla vita. La condivisione delle sconfitte, il divano da cui tutta la famiglia «guarda» la radio, l’epica costruzione della bandiera da portare allo stadio insieme ai panini con la frittata, le trasferte su quel pulmino lentissimo che profuma di mandarini, e le partite, certo, viste con occhi bambini ancora allergici a date, nomi, tecnicismi, ma capaci di vedere pure l’invisibile. Poi c’è Barabba, che vive in una roulotte lungo la ferrovia: spetterà a lui svelare al bambino la quantità di universi concentrati in una sola maglia di calcio. La numero cinque. La indossa un brasiliano atipico, un centrocampista che arriva in punta di piedi e realizza il sogno proibito di tutti i tifosi, l’innominabile parola che inizia con la s… La gioia fa parecchio rumore è uno di quei libri che ti fanno immergere totalmente nel mondo che raccontano. E che te lo fanno rimpiangere, alla fine, come se fosse il tuo.
Sandro Bonvissuto è nato nel 1970, fa il cameriere in un'osteria romana ed è laureato in filosofia. Per Einaudi ha pubblicato Dentro (2012), è fra gli autori di Scena padre (2013) e La gioia fa parecchio rumore (2020).
Mescolando alto e basso a ogni riga, divagazioni e scene formidabili, il nuovo libro di Bonvissuto parte come un trattatello filosofico sull’amore per diventare a poco a poco un romanzo corale di grande forza. A differenza di molte passioni, quella calcistica dura una vita intera e arde sempre, nel bene e soprattutto nel male: «Forse il calcio è l’unica cosa al mondo che è piú bella quando la fanno gli altri, quelli con quella maglia però. Che comunque ce l’hanno solo in prestito, perché la maglia della Roma è la mia. Potrebbero anche averla rubata. E l’amore forse è questo: correre appresso a un ladro che ci ha rubato qualcosa». Attorno a questa fiamma si condensa un microcosmo di padri, nonni, zii, fratelli di fede giallorossa, una comunità vera e propria, allegra, sterminata, capace d’iniziarti alla vita. La condivisione delle sconfitte, il divano da cui tutta la famiglia «guarda» la radio, l’epica costruzione della bandiera da portare allo stadio insieme ai panini con la frittata, le trasferte su quel pulmino lentissimo che profuma di mandarini, e le partite, certo, viste con occhi bambini ancora allergici a date, nomi, tecnicismi, ma capaci di vedere pure l’invisibile. Poi c’è Barabba, che vive in una roulotte lungo la ferrovia: spetterà a lui svelare al bambino la quantità di universi concentrati in una sola maglia di calcio. La numero cinque. La indossa un brasiliano atipico, un centrocampista che arriva in punta di piedi e realizza il sogno proibito di tutti i tifosi, l’innominabile parola che inizia con la s… La gioia fa parecchio rumore è uno di quei libri che ti fanno immergere totalmente nel mondo che raccontano. E che te lo fanno rimpiangere, alla fine, come se fosse il tuo.
Sandro Bonvissuto è nato nel 1970, fa il cameriere in un'osteria romana ed è laureato in filosofia. Per Einaudi ha pubblicato Dentro (2012), è fra gli autori di Scena padre (2013) e La gioia fa parecchio rumore (2020).