Cercando la Leggerezza!
Questo nuovo libro di Cristina Bellemo illustrato da Alicia Baladan e pubblicato da Topipittori, entra a tutta forza nell’universo degli albi illustrati o picture books che Maurice Sendak chiamava ”una categoria della letteratura”.
A pochi giorni dalla pubblicazione guadagna recensioni e ragionamenti importanti da esperti del settore e da coloro che sentono e vivono l’albo illustrato come uno spazio per una bella scrittura, una bella illustrazione e una buona cura editoriale: un libro di qualità.
La leggerezza perduta racconta una storia non prevedibile con largo uso di metafore dove il linguaggio non è mai approssimativo e i livelli di lettura si moltiplicano. Dal Deserto dei tartari di Buzzati alle Lezioni americane di Calvino.....solo per citarne alcune.
Le illustrazioni di Alicia Baladan restituiscono al testo toni e atmosfere aprendo nuovi piani giocati sul contrasto tra una staticità lieve e il movimento. La sua ricchezza illustrativa mostra una specie di combinazione tra la pittura italiana del 300, le salite-discese di Escher e la creatività di Munari.
Complimenti a Cristina, a Alicia e a Topipittori! A noi lettori il piacere di entrare in questa storia di grande intensità dialogando con noi stessi e magari con loro. Teresa Santini
Superfluo. Ma cosa voleva dire? I sudditi erano in gran parte persone semplici, che non avevano studiato né filosofia né economia né letteratura straniera.
Così andarono a vedere sul vocabolario la parola superfluo e trovarono che significa “eccedente rispetto al bisogno”, “non strettamente necessario”. Boh. “Inutile”.
Ecco sì, inutile era una parola che si capiva. Buttare via le cose di cui si può fare a meno, soprattutto se pesano.
Questo nuovo libro di Cristina Bellemo illustrato da Alicia Baladan e pubblicato da Topipittori, entra a tutta forza nell’universo degli albi illustrati o picture books che Maurice Sendak chiamava ”una categoria della letteratura”.
A pochi giorni dalla pubblicazione guadagna recensioni e ragionamenti importanti da esperti del settore e da coloro che sentono e vivono l’albo illustrato come uno spazio per una bella scrittura, una bella illustrazione e una buona cura editoriale: un libro di qualità.
La leggerezza perduta racconta una storia non prevedibile con largo uso di metafore dove il linguaggio non è mai approssimativo e i livelli di lettura si moltiplicano. Dal Deserto dei tartari di Buzzati alle Lezioni americane di Calvino.....solo per citarne alcune.
Le illustrazioni di Alicia Baladan restituiscono al testo toni e atmosfere aprendo nuovi piani giocati sul contrasto tra una staticità lieve e il movimento. La sua ricchezza illustrativa mostra una specie di combinazione tra la pittura italiana del 300, le salite-discese di Escher e la creatività di Munari.
Complimenti a Cristina, a Alicia e a Topipittori! A noi lettori il piacere di entrare in questa storia di grande intensità dialogando con noi stessi e magari con loro. Teresa Santini
Superfluo. Ma cosa voleva dire? I sudditi erano in gran parte persone semplici, che non avevano studiato né filosofia né economia né letteratura straniera.
Così andarono a vedere sul vocabolario la parola superfluo e trovarono che significa “eccedente rispetto al bisogno”, “non strettamente necessario”. Boh. “Inutile”.
Ecco sì, inutile era una parola che si capiva. Buttare via le cose di cui si può fare a meno, soprattutto se pesano.