Corea, anni Trenta. Quando Sunja sale sul battello che la porterà a Osaka, in Giappone, verso una vita di cui non sa nulla, non immagina di star cambiando per sempre il destino del figlio che porta in grembo e delle generazioni a venire. Sa solo che non dimenticherà mai il suo Paese, la Corea colpita a morte dall'occupazione giapponese, e in cui tuttavia la vita era lenta, semplice, e dolce come le torte di riso di sua madre. Dolce come gli appuntamenti fugaci sulla spiaggia con l'uomo che l'ha fatta innamorare per poi tradirla, rivelandosi già sposato. Per non coprire di vergogna la locanda che dà da vivere a sua madre, e il ricordo ancora vivo dell'amatissimo padre morto troppo presto, Sunja lascia così la sua casa, al seguito di un giovane pastore che si offre di sposarla. Ma anche il Giappone si rivelerà un tradimento: quello di un Paese dove non c'è posto per chi, come lei, viene dalla penisola occupata. Perché essere coreani nel Giappone del XX secolo, attraverso tutte le tempeste che la Storia riserverà a quegli anni densi e implacabili, è come giocare al gioco giapponese proibito, il pachinko : un azzardo, una battaglia contro forze più grandi che solo uno sfacciato, imprevedibile colpo di fortuna può ribaltare. La moglie coreana , rivelazione letteraria dell'anno, è una grande saga, intima e al tempo stesso universale, che attraversa quattro generazioni di una famiglia regalandoci personaggi appassionati che vivono, amano, lottano sotto un cielo indifferente come la Storia stessa. In cerca di un posto da chiamare, finalmente, casa.
Min Jin Lee, di origini coreane, vive a New York. La moglie coreana (Piemme 2018) - pur essendo il suo secondo romanzo - era la storia che aveva dentro da più tempo, fin da quando tra il 2007 e il 2011 ha vissuto a Tokyo, dove si è potuta documentare sulle vicende straordinarie e dimenticate delle famiglie coreane emigrate in Giappone durante l'occupazione della Corea, a inizio Novecento.
Finalista al National Book Award, nominato tra i dieci migliori libri del 2017 da The New York Times, The New York Review of Books e USA Today, La moglie coreana ha visto uno sbalorditivo successo di pubblico, tanto che il libro, tuttora in classifica, è diventato una sorta di grande classico moderno. Di recente Apple ne ha opzionato i diritti per farne una serie tv.
Min Jin Lee, di origini coreane, vive a New York. La moglie coreana (Piemme 2018) - pur essendo il suo secondo romanzo - era la storia che aveva dentro da più tempo, fin da quando tra il 2007 e il 2011 ha vissuto a Tokyo, dove si è potuta documentare sulle vicende straordinarie e dimenticate delle famiglie coreane emigrate in Giappone durante l'occupazione della Corea, a inizio Novecento.
Finalista al National Book Award, nominato tra i dieci migliori libri del 2017 da The New York Times, The New York Review of Books e USA Today, La moglie coreana ha visto uno sbalorditivo successo di pubblico, tanto che il libro, tuttora in classifica, è diventato una sorta di grande classico moderno. Di recente Apple ne ha opzionato i diritti per farne una serie tv.