È difficile riassumere in poche parole le avventure alpinistiche di Hervé Barmasse. Cime inviolate, pareti vertiginose, nuove vie, traversate di immensi ghiacciai e soprattutto solitarie estreme. Viaggiando in terre lontane come il Pakistan, la Patagonia, la Cina, il Nepal, o sulle Alpi, le sue scalate riportano fedelmente ai principi dell’alpinismo: avventura, esposizione al rischio e ricerca del nuovo fino a diventare l’alpinista che sul Cervino detiene il primato tra nuove vie, prime ascensioni solitarie e prime invernali. Per questo motivo la sua carriera è paragonabile a quella dei grandi alpinisti del passato. Alcune delle sue avventure hanno prodotto due film, Linea Continua (2010) e Non così lontano (2012), di cui Hervé è regista.
Hervé Barmasse è protagonista di scalate e avventure estreme. A sedici anni abbandona lo sci agonistico dopo un terribile incidente e deve reinventarsi. Il Cervino lo vede crescere e diventare uomo. Dopo ogni viaggio, dopo ogni salita su cime inviolate in terre lontane, ritorna alla sua montagna, scalandola in ogni stagione dell’anno e inventando nuove vie. In La Montagna dentro Hervé racconta se stesso, la sua storia, la passione, la fatica, l’emozione delle scalate. L’alpinista viene dopo l’uomo, che pure affronta imprese straordinarie. Queste pagine non sono la scontata esaltazione di un campione dell’estremo, piuttosto il racconto di cosa c’è dietro l’avventura dell’alpinismo, dove il coraggio delle decisioni è sempre intrecciato alla fragilità e alla paura. In parete, come nella vita.