È un’Islanda piena di contraddizioni quella che ci racconta A. S. Magnason: lava e ghiacciai, natura incontaminata e boom economico. I protagonisti di queste storie riscoprono i luoghi incantati e magnifici che solo l’Islanda offre ma soffrono per un mondo sempre più sfruttato e piegato al volere degli uomini. In questi racconti si susseguono vicende personali che sono anche trascorsi collettivi. I personaggi, tra le righe, ci regalano gli strumento segreto per imparare a tornare a vivere in armonia: voler sinceramente bene ad un luogo quasi fosse una persona e curarsi delle piccole cose. Dopo il “tempo e l’acqua” A. S. Magnason si riconferma un sapiente divulgatore e un narratore magnetico in grado di tenere il lettore incollato alle pagine. Eleonora Lago
Nere distese di lava, bianchi ghiacciai, casette in legno e edifici brutalisti: l’Islanda dei racconti della Pietra del gigante è una terra di contraddizioni, in bilico tra un passato di ristrettezze, un presente ricco e un futuro incerto. L’Islanda del recente boom economico, che lentamente si riprende dopo aver capito che il mondo non è finito nella catastrofe nucleare tanto temuta durante la Guerra fredda, ma che anzi tutto è finalmente a portata di mano. Così, se nel racconto «2093» il bisnonno ha visto per la prima volta un albero a nove anni, perché nel Nord dell’isola non crescono, in «Wild Boys» rampanti imprenditori organizzano feste grandiose a Londra, tra droga ed eccessi, per liberarsi dal provincialismo della loro giovinezza. Una liberazione che spesso nasconde rimpianti e nostalgia: quella per un mondo raccolto e tranquillo, immune alle sirene del consumismo compulsivo. È la stessa scissione avvertita dal protagonista di «Dormi, amore mio», che vive una relazione in crisi con la donna che ama da quando è adolescente, o dall’architetto deluso della «Pietra del gigante», che si sente la marionetta di uomini ricchissimi e ancora più avidi: può esistere davvero un sentimento profondo e sincero in una società così satura di cose superflue?
Andri Snær Magnason. Narratore, poeta e drammaturgo, nato nel 1973, da molto tempo e? impegnato anche nella divulgazione scientifica e nell’attivismo ambientale. Per commemorare pubblicamente il primo ghiacciaio islandese scomparso, nel 2019 ha lasciato al suo posto questa lapide, una «Lettera al futuro»: «L’Okjo?kull e? stato il primo ghiacciaio islandese a perdere il titolo di ghiacciaio. Nei prossimi duecento anni tutti i nostri ghiacciai potrebbero seguire la stessa sorte. Questo monumento e? la testimonianza che sappiamo cosa sta avvenendo e cosa bisogna fare. Solo voi sapete se lo abbiamo fatto.» Iperborea ha pubblicato Il tempo e l’acqua, che ha ricevuto il Premio Terzani 2021, e La storia del pianeta blu, vincitore del Premio Letterario Islandese (assegnato per la prima volta a un libro per bambini), il Premio Janusz Korczak 2000 e il West Nordic Council’s Children and Youth Literature Prize 2002.
Nere distese di lava, bianchi ghiacciai, casette in legno e edifici brutalisti: l’Islanda dei racconti della Pietra del gigante è una terra di contraddizioni, in bilico tra un passato di ristrettezze, un presente ricco e un futuro incerto. L’Islanda del recente boom economico, che lentamente si riprende dopo aver capito che il mondo non è finito nella catastrofe nucleare tanto temuta durante la Guerra fredda, ma che anzi tutto è finalmente a portata di mano. Così, se nel racconto «2093» il bisnonno ha visto per la prima volta un albero a nove anni, perché nel Nord dell’isola non crescono, in «Wild Boys» rampanti imprenditori organizzano feste grandiose a Londra, tra droga ed eccessi, per liberarsi dal provincialismo della loro giovinezza. Una liberazione che spesso nasconde rimpianti e nostalgia: quella per un mondo raccolto e tranquillo, immune alle sirene del consumismo compulsivo. È la stessa scissione avvertita dal protagonista di «Dormi, amore mio», che vive una relazione in crisi con la donna che ama da quando è adolescente, o dall’architetto deluso della «Pietra del gigante», che si sente la marionetta di uomini ricchissimi e ancora più avidi: può esistere davvero un sentimento profondo e sincero in una società così satura di cose superflue?
Andri Snær Magnason. Narratore, poeta e drammaturgo, nato nel 1973, da molto tempo e? impegnato anche nella divulgazione scientifica e nell’attivismo ambientale. Per commemorare pubblicamente il primo ghiacciaio islandese scomparso, nel 2019 ha lasciato al suo posto questa lapide, una «Lettera al futuro»: «L’Okjo?kull e? stato il primo ghiacciaio islandese a perdere il titolo di ghiacciaio. Nei prossimi duecento anni tutti i nostri ghiacciai potrebbero seguire la stessa sorte. Questo monumento e? la testimonianza che sappiamo cosa sta avvenendo e cosa bisogna fare. Solo voi sapete se lo abbiamo fatto.» Iperborea ha pubblicato Il tempo e l’acqua, che ha ricevuto il Premio Terzani 2021, e La storia del pianeta blu, vincitore del Premio Letterario Islandese (assegnato per la prima volta a un libro per bambini), il Premio Janusz Korczak 2000 e il West Nordic Council’s Children and Youth Literature Prize 2002.