È sempre sconcertante conoscere l’ordinarietà celata dietro ad alcuni nazisti: dipendenti pubblici, insegnanti, giudici, responsabili di far procedere la macchina amministrativa e burocratica del nazismo, chiamati dall’autore “assassini da scrivania”. Chi erano? Come trascorrevano le loro giornate? L’autore ha seguito il filo di una di queste storie, partendo dal ritrovamento di alcuni documenti all’interno di una poltrona. Una ricerca storica molto accurata abbinata ad una scrittura coinvolgente. Alessandra Dissegna
Tutto inizia con una poltrona e con la scoperta di un fascio di documenti personali ricoperti di svastiche nascosti all'interno del cuscino. È da qui che prende le mosse l'imprevisto itinerario di ricerca di Daniel Lee, storico della Seconda Guerra Mondiale, sulle tracce di un oscuro ufficiale delle SS e funzionario del Terzo Reich di Stoccarda, Robert Griesinger - lungo una catena di casi, coincidenze, ostinate perlustrazioni di archivi internazionali e indagini nell'ombra di segreti familiari e amnesie collettive. Un passo da detective story si intreccia con gli snodi dell'investigazione scientifica: ciò che ne emerge è la biografia di un nazista ordinario che affiora gradualmente dall'anonimato mostrando le responsabilità attive, le colpe, le complicità ideologiche e le maschere del conformismo dissimulate tra le pieghe dei silenzi conniventi dei tanti "assassini da scrivania" che operavano nell'atroce macchina nazista. Infine, la storia di Griesinger si incrocia a sorpresa con quella della famiglia dell'autore stesso. E il racconto si fa allora ancora più denso e appassionato.
Daniel Lee, storico inglese della Seconda Guerra Mondiale e specialista della storia degli ebrei in Francia e Nord Africa durante la Shoah, insegna all’Università Queen Mary di Londra. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo Pétain’s Jewish Children (2014), incentrato sulle sorti dei giovani ebrei sotto il regime di Vichy.
Tutto inizia con una poltrona e con la scoperta di un fascio di documenti personali ricoperti di svastiche nascosti all'interno del cuscino. È da qui che prende le mosse l'imprevisto itinerario di ricerca di Daniel Lee, storico della Seconda Guerra Mondiale, sulle tracce di un oscuro ufficiale delle SS e funzionario del Terzo Reich di Stoccarda, Robert Griesinger - lungo una catena di casi, coincidenze, ostinate perlustrazioni di archivi internazionali e indagini nell'ombra di segreti familiari e amnesie collettive. Un passo da detective story si intreccia con gli snodi dell'investigazione scientifica: ciò che ne emerge è la biografia di un nazista ordinario che affiora gradualmente dall'anonimato mostrando le responsabilità attive, le colpe, le complicità ideologiche e le maschere del conformismo dissimulate tra le pieghe dei silenzi conniventi dei tanti "assassini da scrivania" che operavano nell'atroce macchina nazista. Infine, la storia di Griesinger si incrocia a sorpresa con quella della famiglia dell'autore stesso. E il racconto si fa allora ancora più denso e appassionato.
Daniel Lee, storico inglese della Seconda Guerra Mondiale e specialista della storia degli ebrei in Francia e Nord Africa durante la Shoah, insegna all’Università Queen Mary di Londra. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo Pétain’s Jewish Children (2014), incentrato sulle sorti dei giovani ebrei sotto il regime di Vichy.