Godibilissimo noir di Carlotto. Personaggi emarginati, (un ex attore porno, un travestito, un'ex prostituta), una catena di delitti, l'ambiente perbenista e ipocrita di molte città venete: ci sono tutti gli elementi classici dei suoi romanzi. Manca solo l'Alligatore. O forse no... Vittorio Campana
Tre personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente Fanzago, attore porno dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste angosciato all’ascesa dei giovani concorrenti. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna affascinante dal passato misterioso paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto poco frequentato dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Tre esseri umani sui quali la società si accanisce proprio perché più deboli, ma che troveranno il coraggio di difendersi. Non sono eroi senza macchia né paura, hanno debolezze, hanno commesso errori e a volte azioni riprovevoli. Ma soprattutto aspirano ad amore e rispetto. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i nostri tre personaggi diventerà questione di vita o di morte scavare, dentro di sé e nel proprio passato, per trovare le risorse necessarie a tirarsi fuori dai guai. Con questo romanzo Carlotto va oltre il noir. Non racconta più solo il lato oscuro e criminale della società. Siamo tutti noi a essere interpellati. Perché oggi le gogne mediatiche, i giornalisti a caccia di scoop e i politici dall’ambizione sfrenata stanno trasformando la società in un’arena dove il pubblico reclama lo spettacolo del “diverso” colpevole e del sangue che scorre.
Massimo Carlotto. Nel 1976, giovane universitario e militante di Lotta Continua, scopre casualmente a Padova il cadavere senza vita di Margherita Magello, colpita da 59 coltellate, e viene accusato dalla polizia dell’omicidio dopo essersi recato volontariamente a testimoniare.
Dopo il processo d’appello e prima della sentenza fugge all’estero e si dà alla latitanza, trasferendosi poi in Messico e iscrivendosi all’Università. Viene catturato e riportato in Italia, sino alla grazia che il Presidente della Repubblica gli accorda nel 1993, grazie anche al favore dell'opinione pubblica.
Massimo Carlotto, libero, diventa scrittore. Esordisce nel 1995 (scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi) con il romanzo-reportage Il fuggiasco, pubblicato da e/o e ispirato alla sua esperienza di latitante da cui è stato tratto nel 2003 un film. Per la stessa casa editrice ha scritto, oltre ad Arrivederci amore, ciao, diversi romanzi tra cui La verità dell’Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Nessuna cortesia all’uscita (premio Dessì 1999), Il maestro di nodi (premio Scerbanenco 2003), Niente, più niente al mondo (premio Girulà 2008), Nordest con Marco Videtta (premio Selezione Bancarella 2006), La terra della mia anima (premio Grinzane Noir 2007), Alla fine di un giorno noioso (2011), Respiro corto (2012), Cocaina (2013, con Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo), Il mondo non mi deve nulla (2014), La banda degli amanti (2015).
Tre personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente Fanzago, attore porno dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste angosciato all’ascesa dei giovani concorrenti. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna affascinante dal passato misterioso paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto poco frequentato dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Tre esseri umani sui quali la società si accanisce proprio perché più deboli, ma che troveranno il coraggio di difendersi. Non sono eroi senza macchia né paura, hanno debolezze, hanno commesso errori e a volte azioni riprovevoli. Ma soprattutto aspirano ad amore e rispetto. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i nostri tre personaggi diventerà questione di vita o di morte scavare, dentro di sé e nel proprio passato, per trovare le risorse necessarie a tirarsi fuori dai guai. Con questo romanzo Carlotto va oltre il noir. Non racconta più solo il lato oscuro e criminale della società. Siamo tutti noi a essere interpellati. Perché oggi le gogne mediatiche, i giornalisti a caccia di scoop e i politici dall’ambizione sfrenata stanno trasformando la società in un’arena dove il pubblico reclama lo spettacolo del “diverso” colpevole e del sangue che scorre.
Massimo Carlotto. Nel 1976, giovane universitario e militante di Lotta Continua, scopre casualmente a Padova il cadavere senza vita di Margherita Magello, colpita da 59 coltellate, e viene accusato dalla polizia dell’omicidio dopo essersi recato volontariamente a testimoniare.
Dopo il processo d’appello e prima della sentenza fugge all’estero e si dà alla latitanza, trasferendosi poi in Messico e iscrivendosi all’Università. Viene catturato e riportato in Italia, sino alla grazia che il Presidente della Repubblica gli accorda nel 1993, grazie anche al favore dell'opinione pubblica.
Massimo Carlotto, libero, diventa scrittore. Esordisce nel 1995 (scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi) con il romanzo-reportage Il fuggiasco, pubblicato da e/o e ispirato alla sua esperienza di latitante da cui è stato tratto nel 2003 un film. Per la stessa casa editrice ha scritto, oltre ad Arrivederci amore, ciao, diversi romanzi tra cui La verità dell’Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Nessuna cortesia all’uscita (premio Dessì 1999), Il maestro di nodi (premio Scerbanenco 2003), Niente, più niente al mondo (premio Girulà 2008), Nordest con Marco Videtta (premio Selezione Bancarella 2006), La terra della mia anima (premio Grinzane Noir 2007), Alla fine di un giorno noioso (2011), Respiro corto (2012), Cocaina (2013, con Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo), Il mondo non mi deve nulla (2014), La banda degli amanti (2015).