La vita è un viaggio, e gli italiani viaggiano soli. Com’è difficile trovare chi ci guidi, chi ci accompagni, chi ci incoraggi. Siamo una nazione al valico: dobbiamo decidere se dirigerci verso la normalità europea o tornare indietro. Siamo un Paese incerto tra immobilità e fuga. Fuga all’estero, fughe tra egoismi e piccole ossessioni che profumano di anestetico (ossessioni tecnologiche, gastronomiche, sportive, sessuali). La vita è un viaggio non vuole indicare una mèta. Prova invece a fornire qualche consiglio per la traversata. Suggerimenti individuali, non considerazioni generali (o, peggio, generiche). La destinazione la decide chi viaggia. Ma una guida, come sappiamo, è utile. Per partire non servono troppe parole: ne bastano venti, come i chilogrammi di bagaglio consentiti in aereo (classe economica). Venti vocaboli per orientarci. Parleremo di incoraggiamento, insegnamento, ispirazione. Parleremo di brevità e precisione, qualità indispensabili in questi tempi affollati. Parleremo dell’importanza di trovare persone di riferimento. Parleremo della gioia d’impegnarsi con gli altri e, magari, per gli altri. Parleremo della saggezza di scoprire soddisfazione nelle cose semplici. Parleremo di scelte, atteggiamenti, comportamenti, insidie da evitare e consolazioni a portata di mano. Dopo Italiani di domani, un nuovo libro come navigatore. Un navigatore ironico, affettuoso e preciso. L’autore, ancora una volta, riesce a intuire il momento dell’Italia, le sue ansie e le sue possibilità: e lo fotografa con implacabile lucidità. La vita è un viaggio è dedicato “a tutte le ragazze e i ragazzi italiani, tra dieci e cent’anni”. Per ripensare se stessi non è mai troppo tardi o troppo presto.