Tra i giganti
Excursus documentatissimo sulla storia delle più difficili pareti delle alpi. - Arturo Moro
Negli anni Trenta del Novecento erano considerate i tre grandi problemi insoluti delle Alpi: le pareti nord di Cervino, Grandes Jorasses e Eiger. E a causa delle vicende spesso drammatiche legate alla storia della loro «conquista» hanno mantenuto fino a oggi un fascino e un interesse che va ben oltre la cerchia degli specialisti. Sono diventate il simbolo di un periodo di rapidi cambiamenti e innovazioni nella storia dell’alpinismoe, al tempo stesso, hanno contribuito ad avviare un’accesa discussione sul significato dell’arrampicata nelle sue forme più estreme.
Nell’agosto del 1931 i fratelli Franz e Toni Schmid, di Monaco di Baviera, salirono l’elegante e sinuosa parete nord del Cervino, alta 1100 metri. Da quel momento si sviluppò una vera e propria competizione per la prima salita della nord delle Grandes Jorasses: il traguardo più estremo per gli alpinisti di punta di quegli anni. Rudolf Peters e Martin Meier, anche loro di Monaco, furono gli artefici di questo grande successo, ottenuto sullo Sperone Croz. Dopo una serie di incidenti particolarmente tragici, nell’estate del 1938 anche l’imponente parete nord dell’Eiger, 1800 metri, fu «conquistata». I nomi dei primi salitori tedeschi e austriaci, Anderl Heckmair, Ludwig Vörg, Fritz Kasparek e Heinrich Harrer, fecero il giro del mondo. Infine anche gli alpinisti italiani, altrettanto forti, apposero la loro firma a una grande impresa: Riccardo Cassin, insieme a Esposito e Tizzoni, salì lo Sperone Walker alle Grandes Jorasses, aprendo così l’ultima via significativa della grande stagione delle pareti nord.
Questo volume racconta un capitolo particolarmente drammatico e affascinante della storia dell’arrampicata. Attraverso testimonianze, documenti, schede biografiche dei maggiori alpiniste e soprattutto splendide foto d’epoca, Le grandi pareti nord riesce a restituire l’emozione di uno dei periodi più epici della storia dell’alpinismo.
Excursus documentatissimo sulla storia delle più difficili pareti delle alpi. - Arturo Moro
Negli anni Trenta del Novecento erano considerate i tre grandi problemi insoluti delle Alpi: le pareti nord di Cervino, Grandes Jorasses e Eiger. E a causa delle vicende spesso drammatiche legate alla storia della loro «conquista» hanno mantenuto fino a oggi un fascino e un interesse che va ben oltre la cerchia degli specialisti. Sono diventate il simbolo di un periodo di rapidi cambiamenti e innovazioni nella storia dell’alpinismoe, al tempo stesso, hanno contribuito ad avviare un’accesa discussione sul significato dell’arrampicata nelle sue forme più estreme.
Nell’agosto del 1931 i fratelli Franz e Toni Schmid, di Monaco di Baviera, salirono l’elegante e sinuosa parete nord del Cervino, alta 1100 metri. Da quel momento si sviluppò una vera e propria competizione per la prima salita della nord delle Grandes Jorasses: il traguardo più estremo per gli alpinisti di punta di quegli anni. Rudolf Peters e Martin Meier, anche loro di Monaco, furono gli artefici di questo grande successo, ottenuto sullo Sperone Croz. Dopo una serie di incidenti particolarmente tragici, nell’estate del 1938 anche l’imponente parete nord dell’Eiger, 1800 metri, fu «conquistata». I nomi dei primi salitori tedeschi e austriaci, Anderl Heckmair, Ludwig Vörg, Fritz Kasparek e Heinrich Harrer, fecero il giro del mondo. Infine anche gli alpinisti italiani, altrettanto forti, apposero la loro firma a una grande impresa: Riccardo Cassin, insieme a Esposito e Tizzoni, salì lo Sperone Walker alle Grandes Jorasses, aprendo così l’ultima via significativa della grande stagione delle pareti nord.
Questo volume racconta un capitolo particolarmente drammatico e affascinante della storia dell’arrampicata. Attraverso testimonianze, documenti, schede biografiche dei maggiori alpiniste e soprattutto splendide foto d’epoca, Le grandi pareti nord riesce a restituire l’emozione di uno dei periodi più epici della storia dell’alpinismo.