La custodia rossa del prezioso “Maggini” del XVII secolo è ormai un tutt’uno con la sua figura, tanto non se ne separa mai. Ma se incontrarlo nei pressi di un conservatorio o di un teatro cittadini di ogni angolo del mondo non desta più curiosità particolari, l’effetto stupore si innesca quando lo strano connubio sale sui sentieri delle Dolomiti, in mezzo alle dune del deserto o sulle pendici ghiacciate di un vulcano giapponese.
Mario Brunello ci spiega le ragioni di queste sue ormai consuete apparizioni fuori dai luoghi consacrati alla musica classica che abitualmente suona, a partire dell’amato Bach: «Perché la montagna svela auditori straordinari, ognuno con la sua magia, colore, direi quasi ognuno con la sua tonalità».
Nella chiacchierata con il direttore di ALP, Valter Giuliano, il Maestro Brunello racconta la sfida di portare le note in quota costruendo un rapporto intimo con i vasti pascoli o le dure rocce degli scenari dolomitici che predilige. Ma anche le esperienze, altrettanto intense, sulle altitudini andine, nei deserti e l’avventura sul Monte Fuji, il “Signor” Fuji per i giapponesi.
Mario Brunello ci spiega le ragioni di queste sue ormai consuete apparizioni fuori dai luoghi consacrati alla musica classica che abitualmente suona, a partire dell’amato Bach: «Perché la montagna svela auditori straordinari, ognuno con la sua magia, colore, direi quasi ognuno con la sua tonalità».
Nella chiacchierata con il direttore di ALP, Valter Giuliano, il Maestro Brunello racconta la sfida di portare le note in quota costruendo un rapporto intimo con i vasti pascoli o le dure rocce degli scenari dolomitici che predilige. Ma anche le esperienze, altrettanto intense, sulle altitudini andine, nei deserti e l’avventura sul Monte Fuji, il “Signor” Fuji per i giapponesi.