Non si ingannino, gli assidui lettori di Marco Ballestracci. Riccardo Klement non è un nome di un ciclista o di qualche sportivo le cui gesta e vicende l'autore sa narrare sempre mirabilmente. E neppure di un compositore o un musicista, anche se molti sono i riferimenti musicali con cui lo scrittore condisce la narrazione. No, stavolta Ballestracci si cimenta brillantemente con il romanzo storico, e lo fa forte di uno studio approfondito e di un importante lavoro di ricerca. Al centro del racconto un territorio, il Sudtirolo, conteso, dall'animo diviso, la Seconda Guerra Mondiale, la connivenza col nazifascismo e la complicità della Chiesa nel coprire al termine del conflitto, la fuga dei criminali nazisti verso il Sudamerica. No, Riccardo Clement non era certo uno sportivo. Il migliore romanzo di Ballestracci? Chissà, per me finisce di sicuro dritto sul podio. Da non perdere. Francesco Nicolli
«Di uomini come lui ce n'erano tanti e non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.» (Hannah Arendt)
Ricardo Klement è un nome falso, necessario per trovare un nascondiglio provvisorio e attendere il momento giusto, quello della fuga. Per salvarsi la vita ovvero 'rinascere' con un'altra identità, però, non serve solo un nome di copertura, ma anche un ambiente in cui potersi mimetizzare, dove si parli la lingua del fuggitivo: il tedesco. Per questo motivo il Sudtirolo è il luogo ideale. E serve inoltre una rete di complicità e protezioni che solo persone che hanno condiviso ideologia e demonizzazione di un unico nemico sanno garantire. E quando queste persone vestono perlopiù l'abito talare, i meccanismi della fuga sono così collaudati che il tentativo ha il successo sperato, non fosse che per un dettaglio: il desiderio irresistibile di sentirsi ancora chiamare col proprio, autentico nome. Il nome di uno dei più noti criminali nazisti. Laddove le ricerche degli storici sono riuscite solo in parte a fare piena chiarezza - lasciando sfumati i contorni di vicende talora incredibili e alimentando ipotesi, congetture e teorie - è la letteratura che prova a gettar luce su episodi oscuri e segreti inconfessabili. Marco Ballestracci racconta così - con la sua consueta prosa incalzante e una potente macchina narrativa - un controverso capitolo di storia contemporanea attraverso un equilibrio mobile tra indagine e finzione, districando i nodi di una trama nascosta, ignorata, per certi versi rimossa, che fa dell'Alto Adige un importante crocevia di destini in un'Europa postbellica da ricostruire anche attraverso l'oblio.
Marco Ballestracci (1962), scrittore, musicista blues e cantastorie, ha al suo attivo diversi romanzi, gran parte dei quali tratta da vicende e personaggi sportivi, nonche? due atipiche monografie sui campioni del ciclismo Eddy Merckx (L’ombra del cannibale, Instar, 2013) e Major Taylor (Black boy fly, Mulatero, 2022). Un brano di Imerio. Romanzo di dannate fatiche (Instar, 2012) e? stato incluso nell’antologia Hai voluto la bicicletta (Sellerio, 2015). Tra i premi letterari che si e? aggiudicato, ricordiamo il Selezione Bancarella Sport per A pedate. Undici eroi per undici leggendarie partite di calcio (Mattioli 1885, 2009) e La storia balorda (Instar, 2011), il Memo Geremia/CONI per I guardiani (66thand2nd, 2016) e l’Extra Invictus per Giocare col fuoco. Storie dal campionato perduto del 1944 (Mattioli 1885, 2021). Da molti dei suoi racconti ha tratto spettacoli teatrali da lui stesso interpretati. Attualmente scrive di musica e sport sull’inserto culturale del “Foglio”.
«Di uomini come lui ce n'erano tanti e non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.» (Hannah Arendt)
Ricardo Klement è un nome falso, necessario per trovare un nascondiglio provvisorio e attendere il momento giusto, quello della fuga. Per salvarsi la vita ovvero 'rinascere' con un'altra identità, però, non serve solo un nome di copertura, ma anche un ambiente in cui potersi mimetizzare, dove si parli la lingua del fuggitivo: il tedesco. Per questo motivo il Sudtirolo è il luogo ideale. E serve inoltre una rete di complicità e protezioni che solo persone che hanno condiviso ideologia e demonizzazione di un unico nemico sanno garantire. E quando queste persone vestono perlopiù l'abito talare, i meccanismi della fuga sono così collaudati che il tentativo ha il successo sperato, non fosse che per un dettaglio: il desiderio irresistibile di sentirsi ancora chiamare col proprio, autentico nome. Il nome di uno dei più noti criminali nazisti. Laddove le ricerche degli storici sono riuscite solo in parte a fare piena chiarezza - lasciando sfumati i contorni di vicende talora incredibili e alimentando ipotesi, congetture e teorie - è la letteratura che prova a gettar luce su episodi oscuri e segreti inconfessabili. Marco Ballestracci racconta così - con la sua consueta prosa incalzante e una potente macchina narrativa - un controverso capitolo di storia contemporanea attraverso un equilibrio mobile tra indagine e finzione, districando i nodi di una trama nascosta, ignorata, per certi versi rimossa, che fa dell'Alto Adige un importante crocevia di destini in un'Europa postbellica da ricostruire anche attraverso l'oblio.
Marco Ballestracci (1962), scrittore, musicista blues e cantastorie, ha al suo attivo diversi romanzi, gran parte dei quali tratta da vicende e personaggi sportivi, nonche? due atipiche monografie sui campioni del ciclismo Eddy Merckx (L’ombra del cannibale, Instar, 2013) e Major Taylor (Black boy fly, Mulatero, 2022). Un brano di Imerio. Romanzo di dannate fatiche (Instar, 2012) e? stato incluso nell’antologia Hai voluto la bicicletta (Sellerio, 2015). Tra i premi letterari che si e? aggiudicato, ricordiamo il Selezione Bancarella Sport per A pedate. Undici eroi per undici leggendarie partite di calcio (Mattioli 1885, 2009) e La storia balorda (Instar, 2011), il Memo Geremia/CONI per I guardiani (66thand2nd, 2016) e l’Extra Invictus per Giocare col fuoco. Storie dal campionato perduto del 1944 (Mattioli 1885, 2021). Da molti dei suoi racconti ha tratto spettacoli teatrali da lui stesso interpretati. Attualmente scrive di musica e sport sull’inserto culturale del “Foglio”.