Un libro raro quanto prezioso che mi è capitato di leggere al momento giusto, che mi ha tenuto compagnia in questo tempo sospeso. Novecento pagine che si lasciano divorare di una bellezza che ti rapisce. L'ultimo secolo di vita del nostro Paese raccontato attraverso quattro generazioni della famiglia Sartori. Una famiglia come tante che cerca disperatamente di trovare il proprio posto nel mondo, una famiglia che potrebbe essere la nostra! Anna Bertoncello
Una famiglia del Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di un altro. La metamorfosi continua della specie, che nasce contadina, diventa proletaria e poi borghese, e poi chissà. L’esodo e la deriva, dalla montagna alla pianura, dal borgo alla periferia, dalla provincia alla metropoli. Il tempo che scorre, il passato che impasta il destino, la nebbia che sale dal futuro; in mezzo un presente che sembra durare per sempre, l’unico orizzonte visibile, teatro delle possibilità e gabbia dei desideri. È questo il paesaggio in cui vivono e muoiono i Sartori da quando il primo di loro fugge dall’esercito dopo la ritirata di Caporetto e incontra una ragazza in un casale di campagna. Fino ai giorni nostri, quelli di una giovane donna che visita la tomba del suo bisnonno. Quattro generazioni, dal 1917 al 2012, dal Friuli rurale alla Milano contemporanea, dalle guerre mondiali alla ricostruzione alla globalizzazione, dal lavoro nei campi alle scrivanie delle multinazionali. È circa un secolo, che mai diventa breve: per i Sartori contiene tutto, la colpa, la vergogna, la rabbia, la frenesia, la stasi. Sempre la lotta e quasi mai la calma, o la sensazione definitiva della felicità. Ma i Sartori non ne hanno bisogno, e forse non ci credono neppure nella felicità. Perché se ogni posto nel mondo è una merda, è meglio imparare a vivere, e stare lì dove la vita ci manda.
Romanzo storico e corale, vasto ritratto narrativo del Novecento italiano, forse il primo di uno scrittore sotto i quarant’anni, il racconto dei Sartori affronta il fardello di un’eredità che sembra andata in malora. Se gli errori e le sfortune dei padri ricadono sui figli, come liberarsene? Esiste una forza originaria capace di condannare una stirpe alla solitudine? La risposta a queste domande è nella voce di un secolo nuovo, e nello sguardo di chi si accinge a viverlo.
Residente a Milano dopo aver vissuto a Montpellier, Dublino, e in Québec, Giorgio Fontana è laureato in Filosofia e lavora come caporedattore del magazine «Web Target», dedicato al web marketing e all'informazione online.
Oltre a questo ha lavorato anche con le pagine culturali de Ilsole24ore.com, Terre di Mezzo, Wired.it, «il manifesto», «Playboy», «lo Straniero». Dal marzo 2005 all'agosto 2010 è stato co-direttore del pamphlet letterario «Eleanore Rigby».
Tra le sue pubblicazioni: Buoni propositi per l'anno nuovo (Mondadori 2007), Babele 56 (Terre di Mezzo 2008, finalista al Premio Tondelli 2009), Novalis (Marsilio 2008), Per legge superiore (Sellerio 2011), La velocità del buio (Zona 2011), Un solo paradiso (Sellerio 2016) e la graphic novel Lamiere (Feltrinelli 2019).
Una famiglia del Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di un altro. La metamorfosi continua della specie, che nasce contadina, diventa proletaria e poi borghese, e poi chissà. L’esodo e la deriva, dalla montagna alla pianura, dal borgo alla periferia, dalla provincia alla metropoli. Il tempo che scorre, il passato che impasta il destino, la nebbia che sale dal futuro; in mezzo un presente che sembra durare per sempre, l’unico orizzonte visibile, teatro delle possibilità e gabbia dei desideri. È questo il paesaggio in cui vivono e muoiono i Sartori da quando il primo di loro fugge dall’esercito dopo la ritirata di Caporetto e incontra una ragazza in un casale di campagna. Fino ai giorni nostri, quelli di una giovane donna che visita la tomba del suo bisnonno. Quattro generazioni, dal 1917 al 2012, dal Friuli rurale alla Milano contemporanea, dalle guerre mondiali alla ricostruzione alla globalizzazione, dal lavoro nei campi alle scrivanie delle multinazionali. È circa un secolo, che mai diventa breve: per i Sartori contiene tutto, la colpa, la vergogna, la rabbia, la frenesia, la stasi. Sempre la lotta e quasi mai la calma, o la sensazione definitiva della felicità. Ma i Sartori non ne hanno bisogno, e forse non ci credono neppure nella felicità. Perché se ogni posto nel mondo è una merda, è meglio imparare a vivere, e stare lì dove la vita ci manda.
Romanzo storico e corale, vasto ritratto narrativo del Novecento italiano, forse il primo di uno scrittore sotto i quarant’anni, il racconto dei Sartori affronta il fardello di un’eredità che sembra andata in malora. Se gli errori e le sfortune dei padri ricadono sui figli, come liberarsene? Esiste una forza originaria capace di condannare una stirpe alla solitudine? La risposta a queste domande è nella voce di un secolo nuovo, e nello sguardo di chi si accinge a viverlo.
Residente a Milano dopo aver vissuto a Montpellier, Dublino, e in Québec, Giorgio Fontana è laureato in Filosofia e lavora come caporedattore del magazine «Web Target», dedicato al web marketing e all'informazione online.
Oltre a questo ha lavorato anche con le pagine culturali de Ilsole24ore.com, Terre di Mezzo, Wired.it, «il manifesto», «Playboy», «lo Straniero». Dal marzo 2005 all'agosto 2010 è stato co-direttore del pamphlet letterario «Eleanore Rigby».
Tra le sue pubblicazioni: Buoni propositi per l'anno nuovo (Mondadori 2007), Babele 56 (Terre di Mezzo 2008, finalista al Premio Tondelli 2009), Novalis (Marsilio 2008), Per legge superiore (Sellerio 2011), La velocità del buio (Zona 2011), Un solo paradiso (Sellerio 2016) e la graphic novel Lamiere (Feltrinelli 2019).