Un romanzo che mi ha riportato alle storie della guerra che mi raccontava mia nonna; la vita umile e impaurita di chi, durante la seconda guerra mondiale, era rimasto al paese. La freddezza e la crudeltà del nemico. Eppure proprio quando si aveva poco o nulla, quando si doveva lavorare ogni minuto per portare a casa un po’ di cibo, quando gli inverni erano feroci e le estati aride e soffocanti, quando i bambini morivano di stenti e i soldati tornavano a casa denutriti e con gli occhi vuoti, incapaci di parlare e raccontare, quel poco che c’era era un tesoro e non si desiderava altro; e quando il mondo ti faceva un piccolo regalo la felicità era immensa. E l’amore era salvifico. Lavinia Manfrotto
Quando suo padre torna a casa dalla guerra, nel 1918, Caterina non lo riconosce. È sporco, magro e ha gli occhi spenti: a cinque anni Nina per la prima volta sente di avere paura della morte. Sa già cosa comporta nascere sulle montagne venete, in una contrada di poche case dove vita vuole dire lavoro nei pascoli e fatica nei boschi. Il giorno in cui Mario, il compagno di giochi nei fienili e di corse tra i campi, parte per Milano dove lo aspettano la scuola, vestiti sempre bianchi e un futuro migliore, Caterina inizia a desiderare un'esistenza diversa. Passa le ore sui pochi libri che trova, impara il mestiere di sarta per poter fuggire da casa e inseguire quel qualcosa che la chiama, forse il sogno di un amore con Mario. Spigolosa, caparbia, ribelle a modo suo, Caterina è una donna di tante rinunce e piccole soddisfazioni, che ha lavorato ostinatamente per una vita migliore, consumandosi le mani e la giovinezza: uno di quei personaggi che abbiamo incontrato nei racconti di famiglia. Con lei seguiamo la storia del secolo scorso da una prospettiva inedita, nella provincia veneta che muta mentre Nina resta attaccata ai propri antichi desideri. E Mario è l'ossessione di un sentimento totale, un fantasma da rincorrere nei decenni.
Mara Carollo è un'autrice italiana. Dopo la maturità classica si è laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Padova. Si definisce un'amante della montagna e dei grandi classici della letteratura. Nel 2025 Rizzoli pubblica il suo romanzo d'esordio, Promettimi che non moriremo.
Quando suo padre torna a casa dalla guerra, nel 1918, Caterina non lo riconosce. È sporco, magro e ha gli occhi spenti: a cinque anni Nina per la prima volta sente di avere paura della morte. Sa già cosa comporta nascere sulle montagne venete, in una contrada di poche case dove vita vuole dire lavoro nei pascoli e fatica nei boschi. Il giorno in cui Mario, il compagno di giochi nei fienili e di corse tra i campi, parte per Milano dove lo aspettano la scuola, vestiti sempre bianchi e un futuro migliore, Caterina inizia a desiderare un'esistenza diversa. Passa le ore sui pochi libri che trova, impara il mestiere di sarta per poter fuggire da casa e inseguire quel qualcosa che la chiama, forse il sogno di un amore con Mario. Spigolosa, caparbia, ribelle a modo suo, Caterina è una donna di tante rinunce e piccole soddisfazioni, che ha lavorato ostinatamente per una vita migliore, consumandosi le mani e la giovinezza: uno di quei personaggi che abbiamo incontrato nei racconti di famiglia. Con lei seguiamo la storia del secolo scorso da una prospettiva inedita, nella provincia veneta che muta mentre Nina resta attaccata ai propri antichi desideri. E Mario è l'ossessione di un sentimento totale, un fantasma da rincorrere nei decenni.
Mara Carollo è un'autrice italiana. Dopo la maturità classica si è laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Padova. Si definisce un'amante della montagna e dei grandi classici della letteratura. Nel 2025 Rizzoli pubblica il suo romanzo d'esordio, Promettimi che non moriremo.