Ubi Sapientia est, Pax et Iustitia regnant

Quando il rischio è vita
Autore: Carlo Mauri
Editore: Corbaccio
Argomento: Alpinismo
Prezzo: € 19,90

«Penso e scrivo la mia storia, come se scrivessi e pensassi di un altro uomo… o meglio di altri uomini, di tanti quanti in ogni atto, avvenimento, caso o avventura si sono trasfigurati in me: diventando un alpinista delle Alpi, uno sherpa sull’Himalaya, un eschimese in Groenlandia, un discendente degli Incas sulle Ande, un masai sul Kilimangiaro, un uomo primitivo fra gli indiani d’Amazzonia e fra gli aborigeni del deserto australiano. A volte, per adattarmi all’ambiente, ho dimenticato la mia cultura e sono sopravvissuto meglio con il solo istinto: come un animale; ho immaginato di essere un pinguino all’Antartide e anche un delfino, quando navigavo a vela nelle acque tempestose di Capo Horn… «Così non pongo limiti all’esistenza e proseguo, resisto, superando il caso che sembrava incredibile: in questo modo si compie il miracolo di scoprirmi la forza che genera in me la ‘Fede’, che è fiducia, lealtà, impegno e adesione fervida a un ideale. È una forza misteriosa, che hanno certi popoli del deserto o della foresta, e anche i pescatori in mare, e i contadini sulla loro terra e tutti gli uomini nella loro infanzia e che poi lasciano condizionare e atrofizzare insieme con gli altri cinque sensi e con la fantasia.»
Alpinista, viaggiatore, navigatore ed esploratore, Carlo Mauri fu soprattutto un uomo dalla curiosità insaziabile nei confronti del mondo e degli uomini che lo abitano. Quando il rischio è vita, pubblicato nel 1975 e oggi riproposto in una nuova edizione con una prefazione di Andrea Vitali, nuove fotografie e un’appendice sulla sua esperienza in Unione Sovietica, a quarant’anni di distanza nulla ha perso della freschezza e del fascino originari: proprio come tutti i grandi classici.


Carlo Mauri nasce in provincia di Lecco nel 1930. Negli anni Cinquanta è protagonista di prime eccezionali in solitaria o in cordata con Walter Bonatti sul Bianco e in Dolomiti, e di spedizioni extraeuropee, fra cui quella guidata da Riccardo Cassin che lo portò, sempre con Bonatti, in vetta al Gasherbrum IV. In seguito, alla ricerca di avventure e di nuovi mondi da esplorare, attraversa l’Oceano Atlantico con il Ra, un’imbarcazione in papiro, percorre a cavallo la via della Seta con il figlio adolescente, viaggia in Patagonia, lungo il Rio delle Amazzoni, realizzando documentari e reportage per la Rai e scrivendo reportage per la «Domenica del Corriere». Colpito da un infarto sulla ferrata del Pizzo d'Eerna, Carlo Mauri muore nel 1982 a cinquantadue anni.


 

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