"Se l'acqua ride" mi ha entusiasmato. Mi devo proprio trattenere per non paragonarlo a "Libera nos a Malo" di Meneghello, per me uno dei più grandi romanzi del '900 italiano!
Siamo nel Veneto del 1966 quindi ci sono ancora povertà ed ignoranza, ma si sente che sta arrivando il boom economico.
C'è la storia di un ragazzo di 14/15 anni nella Bassa padovana che non vede l'ora di finire la scuola e all'improvviso si ritrova ad imparare un mestiere sconosciuto, faticosissimo ma affascinante: il barcaiolo.
C'è la ricostruzione storica di un'attività ora completamente dimenticata: questi battelli fluviali che giravano tutto il Veneto e l'Emilia Romagna, percorrendo lagune, fiumi e canali carichi di pietre, grano, ghiaia.
C'è un recupero riuscitissimo non solo del gergo lavorativo con termini specifici, ma anche del dialetto veneto che l'italiano della televisione stava cancellando.
C'è lo scontro generazionale tra chi è ancora legato a tradizioni, riti e passioni che i "schei" stanno per travolgere e chi non vede l'ora di inforcare una Vespa per portare la morosa a...
Basta così, anche se ne avrei ancora un bel po' (l'uso dei nomi propri, l'ironia dei dialoghi, le emozioni delle prime volte, ecc.)
Che libro, che autore, che goduria! Vittorio Campana
«Poche cose restavano chiare, nella sua mente: che Pellestrina è un’isola magnifica. Che il mare ti entra dentro piú dei fiumi. Che, soprattutto, non avrebbe mai fatto altro nella vita: il barcaro era l’arte per la quale sentiva di essere nato».
Sulla corrente dei fiumi nulla cambia mai davvero. Al timone degli affusolati burchi dal fondo piatto, da sempre i barcari trasportano merci lungo la rete di acque che si snoda da Cremona a Trieste, da Ferrara a Treviso. Quando Ganbeto sale come mozzo sulla Teresina del nonno Caronte, l’estate si fa epica e avventurosa. Sono i ruggenti anni ’60, nelle case entrano il bagno e la televisione in bianco e nero, Carosello e il maestro Manzi. I trasporti viaggiano sempre piú via terra, e i pochi burchi che ancora resistono, per ostinazione oltre che per profitto, preferiscono la sicurezza del motore ai ritmi lenti delle correnti e delle maree. Quello del barcaro è un mestiere antico, ma l’acqua non dà certezze, e molti uomini sono costretti a impiegarsi come operai nelle grandi fabbriche. A bordo della Teresina, Ganbeto si sente invincibile. Gli attracchi, le osterie, le burrasche, il mare e la laguna, le campane di piazza San Marco, i coloriti modi di dire di Caronte e i suoi cappelli estrosi, le ragazze che s’incontrano lungo le rotte. Presto, però, non potrà piú far finta di niente, lui che ha un piede nel vecchio e uno nel nuovo dovrà imparare la lezione piú dolorosa di tutte: per crescere bisogna sempre lasciare indietro qualcosa.
Paolo Malaguti è nato a Monselice (Padova) nel 1978. È autore di Sul Grappa dopo la vittoria (Santi Quaranta 2009), Sillabario veneto (Santi Quaranta 2011),I mercanti di stampe proibite (Santi Quaranta 2013), La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza 2015, con cui ha partecipato al Premio Strega), Nuovo sillabario veneto (BEAT 2016), Prima dell'alba (Neri Pozza 2017), Lungo la Pedemontana. In giro lento tra storia, paesaggio veneto e fantasie (Marsilio 2018) e L'ultimo carnevale (Solferino 2019). Per Einaudi ha pubblicato Se l'acqua ride (2020).
Siamo nel Veneto del 1966 quindi ci sono ancora povertà ed ignoranza, ma si sente che sta arrivando il boom economico.
C'è la storia di un ragazzo di 14/15 anni nella Bassa padovana che non vede l'ora di finire la scuola e all'improvviso si ritrova ad imparare un mestiere sconosciuto, faticosissimo ma affascinante: il barcaiolo.
C'è la ricostruzione storica di un'attività ora completamente dimenticata: questi battelli fluviali che giravano tutto il Veneto e l'Emilia Romagna, percorrendo lagune, fiumi e canali carichi di pietre, grano, ghiaia.
C'è un recupero riuscitissimo non solo del gergo lavorativo con termini specifici, ma anche del dialetto veneto che l'italiano della televisione stava cancellando.
C'è lo scontro generazionale tra chi è ancora legato a tradizioni, riti e passioni che i "schei" stanno per travolgere e chi non vede l'ora di inforcare una Vespa per portare la morosa a...
Basta così, anche se ne avrei ancora un bel po' (l'uso dei nomi propri, l'ironia dei dialoghi, le emozioni delle prime volte, ecc.)
Che libro, che autore, che goduria! Vittorio Campana
«Poche cose restavano chiare, nella sua mente: che Pellestrina è un’isola magnifica. Che il mare ti entra dentro piú dei fiumi. Che, soprattutto, non avrebbe mai fatto altro nella vita: il barcaro era l’arte per la quale sentiva di essere nato».
Sulla corrente dei fiumi nulla cambia mai davvero. Al timone degli affusolati burchi dal fondo piatto, da sempre i barcari trasportano merci lungo la rete di acque che si snoda da Cremona a Trieste, da Ferrara a Treviso. Quando Ganbeto sale come mozzo sulla Teresina del nonno Caronte, l’estate si fa epica e avventurosa. Sono i ruggenti anni ’60, nelle case entrano il bagno e la televisione in bianco e nero, Carosello e il maestro Manzi. I trasporti viaggiano sempre piú via terra, e i pochi burchi che ancora resistono, per ostinazione oltre che per profitto, preferiscono la sicurezza del motore ai ritmi lenti delle correnti e delle maree. Quello del barcaro è un mestiere antico, ma l’acqua non dà certezze, e molti uomini sono costretti a impiegarsi come operai nelle grandi fabbriche. A bordo della Teresina, Ganbeto si sente invincibile. Gli attracchi, le osterie, le burrasche, il mare e la laguna, le campane di piazza San Marco, i coloriti modi di dire di Caronte e i suoi cappelli estrosi, le ragazze che s’incontrano lungo le rotte. Presto, però, non potrà piú far finta di niente, lui che ha un piede nel vecchio e uno nel nuovo dovrà imparare la lezione piú dolorosa di tutte: per crescere bisogna sempre lasciare indietro qualcosa.
Paolo Malaguti è nato a Monselice (Padova) nel 1978. È autore di Sul Grappa dopo la vittoria (Santi Quaranta 2009), Sillabario veneto (Santi Quaranta 2011),I mercanti di stampe proibite (Santi Quaranta 2013), La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza 2015, con cui ha partecipato al Premio Strega), Nuovo sillabario veneto (BEAT 2016), Prima dell'alba (Neri Pozza 2017), Lungo la Pedemontana. In giro lento tra storia, paesaggio veneto e fantasie (Marsilio 2018) e L'ultimo carnevale (Solferino 2019). Per Einaudi ha pubblicato Se l'acqua ride (2020).