Stupore un titolo breve per un romanzo intenso e profondo, Zeruya Shalev intreccia la storia di un paese dove la pace è un miraggio, con la vita di due donne legate da fili sottili e ingarbugliati. Due anime lacerate dalle loro vicende famigliari e da un passato ingombrante, un inno al perdono e all'amore. Anna Bertoncello
Dopo la morte del padre, un famoso scienziato che fra le mura di casa esercitava una cupa tirannia, Atara, architetto cinquantenne dalla burrascosa vita sentimentale e madre di due figli, va in cerca del suo oscuro passato. Ritrovare la quasi centenaria prima moglie di lui e sentirla parlare della stagione eroica in cui entrambi facevano parte della Resistenza contro gli inglesi prima della fondazione dello Stato d'Israele non fa che infittire il mistero. E così le vite delle due donne, di Atara, che non sa nulla di colei di cui porta il nome e che sembra essere la chiave per capire molte cose, e dell'anziana Rachel, che aveva messo una pietra su quel passato, cambiano attraverso l'incontro, le loro parole ma forse soprattutto i rispettivi silenzi. Con la consueta maestria, Zeruya Shalev intesse una storia che è al tempo stesso profondamente singolare e collettiva, riuscendo a intrecciare il dramma e l'ironia, la quotidianità più banale e i grandi eventi del passato recente.
Zeruya Shalev, israeliana, è nata in un kibbutz nel 1959. Ha svolto studi sulla Bibbia e sulla Sacra Scrittura. Vive a Gerusalemme, dove lavora come scrittrice e come editrice. Ha pubblicato una raccolta di poesie e romanzi. Per Una relazione intima (Frassinelli 2000), ai vertici delle classifiche in Israele, è stata insignita del Golden Book Prize dall'Unione degli Editori Israeliani, e dell’Ashman Prize.
Tra gli altri titoli pubblicati in Italia: Una storia coniugale (Frassinelli 2001), Dopo l'abbandono (Frassinelli 2007), Quel che resta della vita (Feltrinelli 2013), Dolore (Feltrinelli, 2016).
Dopo la morte del padre, un famoso scienziato che fra le mura di casa esercitava una cupa tirannia, Atara, architetto cinquantenne dalla burrascosa vita sentimentale e madre di due figli, va in cerca del suo oscuro passato. Ritrovare la quasi centenaria prima moglie di lui e sentirla parlare della stagione eroica in cui entrambi facevano parte della Resistenza contro gli inglesi prima della fondazione dello Stato d'Israele non fa che infittire il mistero. E così le vite delle due donne, di Atara, che non sa nulla di colei di cui porta il nome e che sembra essere la chiave per capire molte cose, e dell'anziana Rachel, che aveva messo una pietra su quel passato, cambiano attraverso l'incontro, le loro parole ma forse soprattutto i rispettivi silenzi. Con la consueta maestria, Zeruya Shalev intesse una storia che è al tempo stesso profondamente singolare e collettiva, riuscendo a intrecciare il dramma e l'ironia, la quotidianità più banale e i grandi eventi del passato recente.
Zeruya Shalev, israeliana, è nata in un kibbutz nel 1959. Ha svolto studi sulla Bibbia e sulla Sacra Scrittura. Vive a Gerusalemme, dove lavora come scrittrice e come editrice. Ha pubblicato una raccolta di poesie e romanzi. Per Una relazione intima (Frassinelli 2000), ai vertici delle classifiche in Israele, è stata insignita del Golden Book Prize dall'Unione degli Editori Israeliani, e dell’Ashman Prize.
Tra gli altri titoli pubblicati in Italia: Una storia coniugale (Frassinelli 2001), Dopo l'abbandono (Frassinelli 2007), Quel che resta della vita (Feltrinelli 2013), Dolore (Feltrinelli, 2016).