Brevi pensieri che danno vita ad un romanzo in pillole, giusto per questo tempo sospeso. Con una scrittura particolare piena di domande, ricca di sospensioni e tanta bellezza, affronta temi attuali e illuminanti. Lizzie, la protagonista, fa la bibliotecaria e l'incontro con questa donna generosa, imperfetta e dal cuore grande ci dona lo spunto per interrogarci e per colmare i vuoti del nostro senso di umanità. Anna Bertoncello
Lizzie fa la bibliotecaria. Le persone si confidano con lei, affidandole piccole parti di loro stesse. Generosa e un po' sperduta, con suo marito Ben condivide attimi fatti di complicità e spazi vuoti; si occupa con amorevole e caotica energia di suo figlio, di un fratello con un problema di dipendenza, di una madre dall'ingombrante religiosità. Un giorno la sua amica Sylvia, esperta di cambiamento climatico, le chiede di rispondere alle mail degli ascoltatori del suo podcast Cascasse il mondo. E Lizzie riceve messaggi allarmati sulla fine dell'umanità, su come sopravvivere a una catastrofe, sul controllo globale, che amplificano le sue preoccupazioni fino a mettere in dubbio ogni certezza, compreso l'amore per Ben. Eppure Lizzie resiste, opponendosi alla deriva dei sentimenti, alla paura per il futuro, con un umorismo asciutto e irresistibile solo a tratti venato di sconforto. Dopo "Sembrava una felicità" e "Le cose che restano", Jenny Offill torna con un romanzo sull'America di oggi, in balìa degli stravolgimenti climatici e dell'arroganza della politica. In frammenti brevi e illuminanti, "Tempo variabile" è un distillato di emozioni che ci avvolge come un'onda tiepida, in cui ci tuffiamo con la gioia e la paura che cresca fino a sommergerci.
Jenny Offill è autrice del romanzo Last Things, scelto come Notable Book dell’anno dal «New York Times» e finalista per il Los Angeles Times First Book Award. Coeditor, con Elissa Schappell, di due antologie di saggi, ha scritto libri per bambini e insegna Scrittura alla Columbia University, alla Queens University e al Brooklyn College. Sembrava una felicità (NNE 2015) è stato finalista al Folio Prize. In Italia NNE ha pubblicato anche Le cose che restano (2016).
Lizzie fa la bibliotecaria. Le persone si confidano con lei, affidandole piccole parti di loro stesse. Generosa e un po' sperduta, con suo marito Ben condivide attimi fatti di complicità e spazi vuoti; si occupa con amorevole e caotica energia di suo figlio, di un fratello con un problema di dipendenza, di una madre dall'ingombrante religiosità. Un giorno la sua amica Sylvia, esperta di cambiamento climatico, le chiede di rispondere alle mail degli ascoltatori del suo podcast Cascasse il mondo. E Lizzie riceve messaggi allarmati sulla fine dell'umanità, su come sopravvivere a una catastrofe, sul controllo globale, che amplificano le sue preoccupazioni fino a mettere in dubbio ogni certezza, compreso l'amore per Ben. Eppure Lizzie resiste, opponendosi alla deriva dei sentimenti, alla paura per il futuro, con un umorismo asciutto e irresistibile solo a tratti venato di sconforto. Dopo "Sembrava una felicità" e "Le cose che restano", Jenny Offill torna con un romanzo sull'America di oggi, in balìa degli stravolgimenti climatici e dell'arroganza della politica. In frammenti brevi e illuminanti, "Tempo variabile" è un distillato di emozioni che ci avvolge come un'onda tiepida, in cui ci tuffiamo con la gioia e la paura che cresca fino a sommergerci.
Jenny Offill è autrice del romanzo Last Things, scelto come Notable Book dell’anno dal «New York Times» e finalista per il Los Angeles Times First Book Award. Coeditor, con Elissa Schappell, di due antologie di saggi, ha scritto libri per bambini e insegna Scrittura alla Columbia University, alla Queens University e al Brooklyn College. Sembrava una felicità (NNE 2015) è stato finalista al Folio Prize. In Italia NNE ha pubblicato anche Le cose che restano (2016).