Una storia vera, Ducan ragazzo nato in Kenya racconta il bambino che è stato, abbandonato dai genitori cresciuto mangiando rifiuti. La forza del destino lo porterà a Pollenzo all'Università di Scienze Gastronomiche, dove imparerà l'arte del cibo. Ha conosciuto Carlo Petrini che l'ha incoraggiato fin da subito a lanciare il suo cuore nel futuro. Un diario commovente ma molto delicato nella sua durezza, un sogno coraggioso che diventa realtà. Anna Bertoncello
«Mia madre si chiamava Sabina e mi ha partorito durante la stagione delle piogge. E poiché sono entrato nel mondo mentre pioveva, il mio secondo nome è Okoth che significa Pioggia»: quando Duncan inizia il suo racconto, molte primavere sono trascorse da quel giorno, e lui è lontano dal villaggio nella savana del Kenya, da sua madre scomparsa troppo presto, dalle sorelle che ha lasciato laggiù, dal fratello che lo ha portato nella immensa capitale e non ha voluto proteggerlo. Lontanissimo dai cumuli di immondizia che sono stati il suo mezzo di sopravvivenza, dai ragazzi con i quali ha diviso la vita di strada e anche dalla scuola, a cui si è affidato in cerca di salvezza. Ora è nel luogo più impensabile dove il destino potesse condurlo: a Pollenzo, all’“Università di scienze gastronomiche”, dove ragazzi di tutto il mondo arrivano per imparare l’arte del cibo. A condurlo fino a lì è stata la sua straordinaria tenacia ma anche un incontro: quello con Eugenio, un italiano arrivato in Kenya per conoscere la sua figlia adottiva; Duncan ed Eugenio hanno iniziato a comunicare attraverso i frutti della terra, coltivati dai ragazzi della scuola di papà Moses che per anni è stata la famiglia di Duncan, e la loro amicizia è stata a sua volta come un seme, destinata a germogliare nel tempo. Il filo del racconto dipanato con sapienza da Maria Paola Colombo è fatto di parole: quelle che Duncan ha cercato, una dopo l’altra, per raccontarsi; quelle delle lettere che per anni hanno viaggiato tra la scuola di papà Moses e l’Italia; quelle di Carlo Petrini che a Duncan raccomanda di tenere il suo sogno sempre vicino, alla invisibile tavola dove si gioca il senso della vita. La storia di questo ragazzino, cresciuto mangiando rifiuti e approdato dove si studia come moltiplicare il buon cibo perché nutra tutto il pianeta, racconta un futuro possibile che tutti noi possiamo contribuire a costruire, ogni giorno.
Duncan Okech è nato in Kenya nel 1993. Laureatosi all’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo, oggi lavora per la Cooperativa Valdibella di Camporeale (Palermo), con il desiderio di poter tornare presto in Kenya per fare anche lì qualcosa di buono.
Maria Paola Colombo è nata nel 1979. Attualmente si occupa di gestione delle risorse umane. Nel 2012 ha esordito per Mondadori con "Il negativo dell’amore", romanzo vincitore di diversi premi tra cui il "Flaiano" e il "Kihlgren". Nel 2016 è uscito, sempre per Mondadori, "Il bambino magico".
«Mia madre si chiamava Sabina e mi ha partorito durante la stagione delle piogge. E poiché sono entrato nel mondo mentre pioveva, il mio secondo nome è Okoth che significa Pioggia»: quando Duncan inizia il suo racconto, molte primavere sono trascorse da quel giorno, e lui è lontano dal villaggio nella savana del Kenya, da sua madre scomparsa troppo presto, dalle sorelle che ha lasciato laggiù, dal fratello che lo ha portato nella immensa capitale e non ha voluto proteggerlo. Lontanissimo dai cumuli di immondizia che sono stati il suo mezzo di sopravvivenza, dai ragazzi con i quali ha diviso la vita di strada e anche dalla scuola, a cui si è affidato in cerca di salvezza. Ora è nel luogo più impensabile dove il destino potesse condurlo: a Pollenzo, all’“Università di scienze gastronomiche”, dove ragazzi di tutto il mondo arrivano per imparare l’arte del cibo. A condurlo fino a lì è stata la sua straordinaria tenacia ma anche un incontro: quello con Eugenio, un italiano arrivato in Kenya per conoscere la sua figlia adottiva; Duncan ed Eugenio hanno iniziato a comunicare attraverso i frutti della terra, coltivati dai ragazzi della scuola di papà Moses che per anni è stata la famiglia di Duncan, e la loro amicizia è stata a sua volta come un seme, destinata a germogliare nel tempo. Il filo del racconto dipanato con sapienza da Maria Paola Colombo è fatto di parole: quelle che Duncan ha cercato, una dopo l’altra, per raccontarsi; quelle delle lettere che per anni hanno viaggiato tra la scuola di papà Moses e l’Italia; quelle di Carlo Petrini che a Duncan raccomanda di tenere il suo sogno sempre vicino, alla invisibile tavola dove si gioca il senso della vita. La storia di questo ragazzino, cresciuto mangiando rifiuti e approdato dove si studia come moltiplicare il buon cibo perché nutra tutto il pianeta, racconta un futuro possibile che tutti noi possiamo contribuire a costruire, ogni giorno.
Duncan Okech è nato in Kenya nel 1993. Laureatosi all’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo, oggi lavora per la Cooperativa Valdibella di Camporeale (Palermo), con il desiderio di poter tornare presto in Kenya per fare anche lì qualcosa di buono.
Maria Paola Colombo è nata nel 1979. Attualmente si occupa di gestione delle risorse umane. Nel 2012 ha esordito per Mondadori con "Il negativo dell’amore", romanzo vincitore di diversi premi tra cui il "Flaiano" e il "Kihlgren". Nel 2016 è uscito, sempre per Mondadori, "Il bambino magico".
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