Ottimo recupero di questo romanzo un po’ dimenticato di un’autrice tedesca odiata dai nazisti e per questo costretta a fuggire attraverso la Francia occupata, proprio come il suo protagonista. Ma la qualità del suo stile è innegabile, capace di creare atmosfere angosciose e labirinti burocratici degni di Kafka. Vittorio Campana
La Marsiglia del 1940 è una città in fuga. Mentre esuli provenienti da mezza Europa sono alla spasmodica ricerca di un foglio di via, un operaio tedesco dalle vaghe convinzioni politiche ma dal sicuro odio per i nazisti si ritrova invischiato in uno scambio di persona e in un irresistibile triangolo amoroso. Scampato al campo di concentramento, entra in possesso di una valigia contenente lettere private e un bruciante manoscritto incompiuto: sono l'ultimo lascito di un geniale scrittore che, contro ogni aspettativa, diverrà la sua ancora di salvezza ma anche un fantasma ingombrante. Nelle sue peregrinazioni tra i caffè, i vicoli e le mille sale d'attesa di una burocrazia implacabile, il fuggiasco conosce una donna che insegue le tracce del marito perduto. Scoppia così un amore precario e ingarbugliato che annoderà i loro destini in un intreccio di equivoci, fino a un esito imprevisto e di dolorosa bellezza. In questo romanzo dal passo incalzante e dall'inesausta tensione etica, pervaso degli odori di un mare chimerico e solcato da miraggi di navi, Anna Seghers ritrae la tumultuosa coralità di un'umanità in transito, in viaggio - forse da sempre - verso un approdo di pace.
Nata a Magonza, Anna Seghers (pseudonimo di Netty Reiling), studiò storia dell'arte a Colonia e Heidelberg, laureandosi con una tesi sull'ebraismo nell'opera di Rembrandt. Moglie dello scrittore ungherese László Radványi, si affermò come scrittrice nel 1928 con il racconto lungo Der Aufstand der Fischer von St. Barbara, grazie al quale vinse il premio Kleist. Iscrittasi al Partito Comunista, dopo la presa al potere di Adolf Hitler nel 1933 le sue opere furono messe al bando e lei si rifugiò in Francia. Durante la guerra civile spagnola svolse attività di propaganda a Madrid e nel 1941 emigrò in Messico, dove scrisse La settima croce. Tornata a Berlino nel 1947, divenne uno degli intellettuali di spicco della Repubblica Democratica Tedesca, e fu insignita nel 1951 del Premio Lenin per la pace.
La Marsiglia del 1940 è una città in fuga. Mentre esuli provenienti da mezza Europa sono alla spasmodica ricerca di un foglio di via, un operaio tedesco dalle vaghe convinzioni politiche ma dal sicuro odio per i nazisti si ritrova invischiato in uno scambio di persona e in un irresistibile triangolo amoroso. Scampato al campo di concentramento, entra in possesso di una valigia contenente lettere private e un bruciante manoscritto incompiuto: sono l'ultimo lascito di un geniale scrittore che, contro ogni aspettativa, diverrà la sua ancora di salvezza ma anche un fantasma ingombrante. Nelle sue peregrinazioni tra i caffè, i vicoli e le mille sale d'attesa di una burocrazia implacabile, il fuggiasco conosce una donna che insegue le tracce del marito perduto. Scoppia così un amore precario e ingarbugliato che annoderà i loro destini in un intreccio di equivoci, fino a un esito imprevisto e di dolorosa bellezza. In questo romanzo dal passo incalzante e dall'inesausta tensione etica, pervaso degli odori di un mare chimerico e solcato da miraggi di navi, Anna Seghers ritrae la tumultuosa coralità di un'umanità in transito, in viaggio - forse da sempre - verso un approdo di pace.
Nata a Magonza, Anna Seghers (pseudonimo di Netty Reiling), studiò storia dell'arte a Colonia e Heidelberg, laureandosi con una tesi sull'ebraismo nell'opera di Rembrandt. Moglie dello scrittore ungherese László Radványi, si affermò come scrittrice nel 1928 con il racconto lungo Der Aufstand der Fischer von St. Barbara, grazie al quale vinse il premio Kleist. Iscrittasi al Partito Comunista, dopo la presa al potere di Adolf Hitler nel 1933 le sue opere furono messe al bando e lei si rifugiò in Francia. Durante la guerra civile spagnola svolse attività di propaganda a Madrid e nel 1941 emigrò in Messico, dove scrisse La settima croce. Tornata a Berlino nel 1947, divenne uno degli intellettuali di spicco della Repubblica Democratica Tedesca, e fu insignita nel 1951 del Premio Lenin per la pace.