Charlie Barnes ha sessantotto anni, una relazione complicata con la verità, cinque matrimoni alle spalle, almeno tre figli ormai adulti, diverse idee per diventare ricco, una piú fallimentare dell’altra, e moltissime telefonate da fare. Perché, in quell’autunno del 2008, preludio della Grande Recessione, Charlie Barnes ha anche una certezza: una diagnosi di cancro al pancreas, con il suo triste annuncio di morte in arrivo «come la posta prioritaria», cosí in fretta da non avere il tempo di chiedere scusa o di regolare i conti. Come ogni essere umano, tuttavia, Charlie Barnes è un enigma senza soluzione. La speranza di una diagnosi errata convive in lui con l’inconfessabile scarica adrenalinica del sapersi al centro di una tragedia innegabile. Guardare in faccia la propria mortalità, essere guardati dagli altri nella propria mortalità, può rivelarsi una posizione privilegiata, fornire una prospettiva lunga per esaminare la strada compiuta e, magari, riportare vicino le persone che si sono allontanate. C’è forse qualcosa di meglio del momento in cui tutte le illusioni cadono, per interrogarsi sul senso della vita? Cosí, con l’aiuto del figlio scrittore, nelle cui parole si riflette come in uno specchio deformante, Charlie si trova a ripensarsi completamente e a chiedersi: cosa rende un uomo ciò che è? E in che modo il racconto che costruiamo di noi stessi si allinea con l’esistenza che realmente conduciamo?
Joshua Ferris (Danville, 8 novembre 1974) ha studiato letteratura inglese e filosofia alla University of Iowa e alla University of California. I suoi racconti sono apparsi sul «New Yorker», su «Granta», «Iowa Review», «Best New American Voices». Il suo primo romanzo, E poi siamo arrivati alla fine (Neri Pozza 2006), tradotto in 24 lingue, è stato un best seller internazionale e ha vinto il PEN/Hemingway Award, il Barnes and Noble Discover Award ed è stato finalista al National Book Award. Tra le sue opere: Non conosco il tuo nome (Neri Pozza 2010; beat 2012), Svegliamoci pure ma a un’ora decente (Neri Pozza 2014; beat 2015; che gli è valso nel 2014 la vincita dell'International Dylan Thomas Prize) e la raccolta di racconti Invito a cena (Neri Pozza 2015).
Il «New Yorker» lo ha inserito nella lista dei 20 migliori narratori americani Under 40.
Joshua Ferris (Danville, 8 novembre 1974) ha studiato letteratura inglese e filosofia alla University of Iowa e alla University of California. I suoi racconti sono apparsi sul «New Yorker», su «Granta», «Iowa Review», «Best New American Voices». Il suo primo romanzo, E poi siamo arrivati alla fine (Neri Pozza 2006), tradotto in 24 lingue, è stato un best seller internazionale e ha vinto il PEN/Hemingway Award, il Barnes and Noble Discover Award ed è stato finalista al National Book Award. Tra le sue opere: Non conosco il tuo nome (Neri Pozza 2010; beat 2012), Svegliamoci pure ma a un’ora decente (Neri Pozza 2014; beat 2015; che gli è valso nel 2014 la vincita dell'International Dylan Thomas Prize) e la raccolta di racconti Invito a cena (Neri Pozza 2015).
Il «New Yorker» lo ha inserito nella lista dei 20 migliori narratori americani Under 40.