«Ho cominciato a vedere quello che mi stava attorno e che non avevo mai guardato con attenzione: non era solamente la campagna. Erano i campi e quello che nei campi succedeva. Era la complicata faccenda, quanto mai antica e tuttavia sempre piena di novità e di imprevisti, del coltivare la terra.»
Un lungo viaggio, al passo con le stagioni: dal fondo della Calabria al triangolo del riso tra Po, Ticino e Sesia, dal distretto della fragola di Policoro alle serre di Albenga. E poi i frutti di bosco che dalle Alpi scendono alle metropoli, la sfida di un profeta con l’aratro nel cuore dell’Appennino, l’avventura del radicchio di Chioggia, il mais ottofile di Roccacontrada e le ciliegie pugliesi, rossi gioielli nel bouquet di un’agricoltura che in vent’anni ha cambiato volto. Dulcis in fundo l’uva da tavola che dialoga con gli internauti e un’irresistibile pomodorina partita da Melfi per conquistare Londra.
Con lo sguardo spiazzante di chi, digiuno di ogni sapere specialistico, è curioso di tutto, Giorgio Boatti racconta storie di persone che hanno scelto di ridare vita a cascine e masserie, di mettersi insieme per creare aziende radicate nella tradizione ma capaci di sfide innovative. Un affresco controcorrente in un paese dove, per abitudine, bisogna dire che tutto va male. Un percorso interiore in cui il disegno del paesaggio e della vita si confondono. Rivelano un’Italia con i piedi ben piantati per terra dove è all’opera un futuro che riguarda ognuno di noi.
Giorgio Boatti, giornalista e scrittore, è autore di libri e inchieste sulla storia recente del nostro Paese. Ha pubblicato, tra l'altro: Piazza Fontana. 12 dicembre 1969: il giorno dell'innocenza perduta (Einaudi 1999); Preferirei di no. Le storie dei dodici professori che si opposero a Mussolini (Einaudi 2001; Premio Omegna città della Resistenza); La terra trema. Messina 28 dicembre 1908. I trenta secondi che cambiarono l'Italia, non gli italiani (Mondadori 2004; Premio Palmi, Premio Corrado Alvaro, Premio Rhegium Julii); Bolidi. Quando gli italiani incontrarono le prime automobili (Mondadori 2006; Premio Biella Letteratura e Industria).
Un lungo viaggio, al passo con le stagioni: dal fondo della Calabria al triangolo del riso tra Po, Ticino e Sesia, dal distretto della fragola di Policoro alle serre di Albenga. E poi i frutti di bosco che dalle Alpi scendono alle metropoli, la sfida di un profeta con l’aratro nel cuore dell’Appennino, l’avventura del radicchio di Chioggia, il mais ottofile di Roccacontrada e le ciliegie pugliesi, rossi gioielli nel bouquet di un’agricoltura che in vent’anni ha cambiato volto. Dulcis in fundo l’uva da tavola che dialoga con gli internauti e un’irresistibile pomodorina partita da Melfi per conquistare Londra.
Con lo sguardo spiazzante di chi, digiuno di ogni sapere specialistico, è curioso di tutto, Giorgio Boatti racconta storie di persone che hanno scelto di ridare vita a cascine e masserie, di mettersi insieme per creare aziende radicate nella tradizione ma capaci di sfide innovative. Un affresco controcorrente in un paese dove, per abitudine, bisogna dire che tutto va male. Un percorso interiore in cui il disegno del paesaggio e della vita si confondono. Rivelano un’Italia con i piedi ben piantati per terra dove è all’opera un futuro che riguarda ognuno di noi.
Giorgio Boatti, giornalista e scrittore, è autore di libri e inchieste sulla storia recente del nostro Paese. Ha pubblicato, tra l'altro: Piazza Fontana. 12 dicembre 1969: il giorno dell'innocenza perduta (Einaudi 1999); Preferirei di no. Le storie dei dodici professori che si opposero a Mussolini (Einaudi 2001; Premio Omegna città della Resistenza); La terra trema. Messina 28 dicembre 1908. I trenta secondi che cambiarono l'Italia, non gli italiani (Mondadori 2004; Premio Palmi, Premio Corrado Alvaro, Premio Rhegium Julii); Bolidi. Quando gli italiani incontrarono le prime automobili (Mondadori 2006; Premio Biella Letteratura e Industria).