Fine Ottocento, sudovest americano. Warlock è una cittadina mineraria di frontiera in rapida espansione; insieme ai commerci, fioriscono il gioco d’azzardo e la prostituzione, gli scioperi e le scorribande dei cowboy. Mentre l’anziano governatore, il generale Peach, si crogiola ancora nel ricordo delle guerre contro gli indiani e di un’epoca eroica ormai da tempo superata, i cittadini sono frustrati dall’impotenza della legge ufficiale e decidono di assoldare un marshal privato, Clay Blaisedell. Armato delle sue due pistole dal calcio dorato, Blaisedell dovrà fare i conti con il capo dei cowboy Abe McQuown, ma anche con il vicesceriffo Bud Gannon, uomo ligio alle regole e dotato di un diverso, più mite senso della giustizia. Sullo sfondo, vediamo scorrere le vicende di un’umanità turbolenta e imprevedibile: minatori in lotta per una vita migliore, spregiudicati proprietari di saloon, prostitute in cerca di una seconda occasione, uomini di legge alcolizzati, dottori dall’idealismo incrollabile. Pubblicato per la prima volta nel 1958 e finalista nello stesso anno al premio Pulitzer, Warlock è un classico del western «revisionista»: un romanzo epico e corale che, precorrendo Meridiano di sangue di Cormac McCarthy, esplora con originalità il mito fondativo della Frontiera americana.
Oakley Hall (1920-2008) è considerato il decano degli scrittori californiani. Nella sua lunga carriera ha pubblicato oltre venti libri, di cui il primo, Murder City, nel 1949 e l’ultimo, Love and War in California, nel 2007. Direttore del programma di scrittura all’Università della California (tra i suoi allievi Richard Ford e Michael Chabon), ha ricevuto nel 1998 il premio alla carriera dal PEN Center West. Con Warlock è stato finalista al premio Pulitzer nel 1958.